L'ORA DEL PASTO. SINE MODO? SI', SENZA LIMITI

NEWS | 23/01/2023 | 08:09
di Marco Pastonesi

Se fosse Formula 1, sarebbe la safety-car. Se fosse rugby, sarebbe lo spogliatoio. Se fosse ciclismo, sarebbe il camion-scopa. O l’ammiraglia. O anche il rifornimento.


Sine Modo. Significa senza mezzi. Ma non è vero: i mezzi esistono, ci sono, e sono davanti, di fronte, accanto, intorno, dentro di noi. Bisogna solo frenare, rallentare, anche fermarsi, bisogna ritrovare, ripensare, anche riscoprire, e poi bisogna ricominciare, ripartire, anche rinascere. Un luogo, fatto di molti luoghi, dove riprendere la vita con un altro passo, con un’altra pedalata, con un altro ritmo. C’è anche un’altra traduzione dal latino, e un altro significato: senza limiti. Ed è quello più adatto, anzi, perfetto.


Sine Modo: a Olmo di Tribano, nel Padovano. Una cascina, un campo, anche un campo da calcio, un orto, una fattoria, una falegnameria, un piccolo palco. Per chi è senza famiglia, senza dimora, senza fiducia, senza guida, senza meta. Per disagiati e disadattati, per rifugiati e disorientati, per chi è agli arresti domiciliari o ai servizi sociali. Se fosse ciclismo, per chi è caduto e si è ritirato, per chi ha preso una cotta e ha abbandonato.

L’associazione ha una ventina di anni, questa struttura una decina. Ospiti e collaboratori, di giorno si lavora, si chiacchiera, si disegna, si cammina, si gioca, di sera chi torna a casa, chi rimane a dormire. L’importante è rintracciare l’equilibrio perduto. E se non si riesce, recuperare un nuovo equilibrio, su nuove basi, magari fragili, ma diritte. Una sfida profondamente umana.

Qui e là, biciclette. Perché la bicicletta è come la vita: l’importante è rintracciare l’equilibrio perduto. E pedalare. E se non si riesce, recuperare un nuovo equilibrio, magari appoggiandosi a chi regge la sella, o magari aggiungendo due rotelline, o magari adottando (e adattandosi a) una cyclette, un monopattino, un tandem, un triciclo e – perché no? - un risciò, o magari accogliendo qualcuno che insegni a sostituire una camera d’aria, gonfiare una gomma, stringere un freno, alzare o abbassare la sella, insomma, inaugurare una ciclofficina.

Non solo gli ospiti, ma anche le biciclette di Sine Modo sembrano aver vissuto giorni più luminosi. Ma – così, a occhio – ci vorrà poco per spolverarle e lubrificarle, poi risplenderanno a nuova vita. Loro e il loro preziosissimo carico umano. Un giorno dopo l’altro. Una pedalata dopo l’altra. Qui, almeno qui, non c’è fretta.

 

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