L’ Italia, e non solo lo sport, ha reso ieri l’ultimo omaggio a Vittorio Adorni, il grande e gentile campione di ciclismo, scomparso alla vigilia di Natale. A giornali spenti.
Vincitore del Giro 1965, ‘il rosa più bello, dopo quello di Coppi’, diritti di autore a Bruno Raschi, il migliore di noi, e del Mondiale 1968, con un distacco abissale dal secondo, il belga Van Springel, ci fa piacere ricordarlo alle persone di cultura e di buona memoria sportiva, per un singolare cameo che lo legava a Napoli.
E lo affidiamo, dieci anni dopo una nostra intervista apparsa su Il Mattino, al suo racconto e alla sua viva voce… «Non dimenticherò mai Napoli, perché segno l’esordio vincente in fondo della mia carriera, con quella Napoli-Potenza, prima tappa del Giro 1963. Andai all’attacco con altri corridori, anche importanti, Cribiori Balmamion Pambianco, di buon mattino, ma a Potenza vi arrivai da solo, avevo staccato tutti, per conquistare la mia prima maglia rosa, sai, e chi la scorda più quella emozione, come un primo amore». Già, era il 19 maggio 1963, era una fuga da Napoli di buon mattino.
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