Ha le voglie di un ventenne, la curiosità di un trentenne, le gambe di un quarantenne e l’esperienza di un ottantenne. Roberto Peia ha 67 anni, ma è come se avesse vissuto molti due-anni-in-uno. Perché nella vita ha fatto di tutto: giornalista e scrittore (“Tutta mia la città”, diario di un bike messenger, Ediciclo, del 2011, e “Dalla padella alla bici”, 50 ricette per fughe golose, con Francesca Baccani, Ediciclo, del 2014), fondatore nonché corriere degli Urban Bike Messengers (la prima azienda italiana di corrieri in bici), fondatore nonché presidente di Upcycle (il primo bike cafè italiano). E molto ha pedalato, per lavoro e per piacere, sempre per passione: dalla Maratona dles Dolomites all’Eroica, dalle kermesse a scatto fisso alle granfondo dei cicloamatori.
Stavolta Peia l’ha pensata alla grande: dall’Europa all’Africa, cioè dall’Italia alla Sierra Leone, cioè da Milano a Freetown, passando per Francia e Spagna, imbarcandosi a Gibilterra, attraversando Marocco e Mauritania, Senegal e Guinea Conakry. Settemila chilometri, più o meno. Senza contare gli altri mille di un circuito ad anello nella Sierra Leone. Il fine è nobile: raccogliere soldi per medici e ospedali che là si prodigano. In particolare, tre associazioni.
La prima è Cuamm-Medici con l’Africa: “Opera in Africa dal 1950 – spiega Peia - e ha creato ospedali, centri salute e dispensari, formato medici, infermieri, tecnici e inviato più di 2000 medici e operatori, tra cui anche mio figlio, pediatra, che ho raggiunto in Tanzania anni fa e che mi ha dato modo di constatare la serietà con cui lavora questa associazione”.
La seconda è Senegol: “E’ nata a Milano, anche su iniziativa dell’amico Tommaso Goisis, ospite di Upcycle a raccontare del suo viaggio in bici in solitaria in Cambogia e che pedalerà con me da Casablanca a Dakar. Senegol si adopera per migliorare le condizioni di vita dell’infanzia in Italia e in Senegal e riconosce allo sport un ruolo importante per il benessere psicofisico di bambini e adolescenti”.
La terza è World Bicycle Relief: “E’ una Ong che dona biciclette, in molti paesi africani, a infermiere, a maestre e a chi ne ha bisogno e di cui ho contribuito a fondare il ‘chapter’ italiano. A questa associazione siamo già riusciti a far pervenire un po’ di fondi prima promuovendo insieme ai negozianti di bici milanesi la campagna ‘Un Euro a Ruota’, poi con un’asta benefica di biciclette e cargo-bike, il cui banditore è stato l’amico Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che spero di poter di coinvolgere in qualche modo come supporter del mio progetto”.
Proprio a Milano, a Upcycle, ieri, Peia ha presentato il suo viaggio. Parte sabato da casa, da San Donato. Per saperne di più, e magari sostenerlo, www.peiapedala.it.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.