Finora il 2022 è stato il suo anno migliore. La stagione di Luca Giaimi sarebbe già da incorniciare: campione del mondo, due volte campione europeo e campione italiano su pista, tre successi su strada tra cui la Piccola Tre Valli Varesine. Il corridore ligure di Alassio, nato il 12 gennaio 2005, al suo primo anno da juniores ha dimostrato di avere le carte in regola per ambire a grandi traguardi.
"Ho iniziato con la mountain bike da ragazzino con la società Ucla 1991 Pacan Bagutti - spiega a tuttobiciweb Giaimi che ora difende i colori del Team F.lli Giorgi-. Su strada ci sono arrivato più tardi, tra gli esordienti e con l'Unione Ciclistica Alassio. Da bambino ho visto vincere spesso Peter Sagan che, grazie alle sue gesta, è diventato il mio modello e dal quale ho avuto l'ispirazione per incominciare a correre".
Hai sempre avuto valori buoni, ma quest'anno hai raggiunto un livello più alto che ti ha fatto fare un notevole salto di qualità.
"Ho cambiato squadra e con il Team F.lli Giorgi ho acquisito maggiore consapevolezza nei miei mezzi. Sono cresciuto anche nella gestione tattica e in lavoro fatto con la squadra e con la Nazionale sulla pista di Montichiari è davvero professionale. Curo tutto con molta attenzione, dagli allenamenti a quello che la vita del corridore richiede".
Giaimi si descrive come un ragazzo normale e un atleta che va forte sul passo e in volata.
"Sono un tipo che non ama molto la tranquillità, mi piace stare fuori di casa con le persone a me più care. Il ciclismo e la scuola occupano quasi tutta la mia giornata. Frequento il Liceo Scientifico delle Scienze Applicate a Loano. Da casa sono 15-16 chilometri. In bici me la cavo bene in volata e sul passo, a parte la salita che è il mio punto debole. Vado comunque bene sui percorsi di media difficoltà purchè non ci siamo salite lunghe e dure".
Con il padre Maurizio (carabiniere), la madre Elisabetta (avvocato) e il fratello Mattia che gioca a tennis, vive ad Alassio.
"Sono affezionato alla mia terra, ci sono tracciati che sono l'ideale per allenarsi. Spesso, per non dire quasi tutti i giorni, pedalo percorrendo la via Aurelia per poi affrontare i Capi Cervo, Mele e Berta, la Cipressa e il Poggio che da un secolo rappresentano le storiche salite della Milano-Sanremo. E anch’io come tutti, ho dei sogni e il mio è un giorno diventare professionista e correre sulle mie strade la Sanremo”.
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