Remco non vuole lasciare la maglia rossa e spera di poter diventare il primo belga, dopo 44 anni, a vincere uno dei tre grandi giri. L’ultimo belga ad aver portato a casa la maglia di leader di un grande Giro è stato Johan De Muynck che nel 1978 conquistò il Giro d’Italia. Prima di lui nel 1977 Freddy Maertens fece sua la Vuelta di Spagna e Lucien Van Impe nel 1976 conquistò il Tour de France.
Evenepoel vuole vincere ed è tranquillo, perché sente di aver recuperato bene dopo la caduta di giovedì che lo ha costretto a cedere secondi importanti a Primoz Roglic. «È vero potrei essere il primo belga da molto tempo a vincere un grande giro, ma dobbiamo ancora correre per sei giorni – ha detto Evenepoel nella conferenza stampa –: voglio correre giorno dopo giorno e rimanere calmo. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con Julian Alaphilippe che ha dovuto lasciare la corsa e poi c’è stata la mia caduta. Sono soddisfatto e come ho detto sin dall'inizio, una vittoria di tappa e la top ten o la top five sarebbero il mio grande sogno. Siamo sulla buona strada per raggiungere quel grande obiettivo e sogno».
Essere competitivo nell’ultima settimana di un grande giro non è facile e Remco sa che i suoi avversari sono molto forti. «E’ possibile che io non riesca a salire sul podio a Madrid, come ho detto ho avuto una brutta caduta. Il pericolo si nasconde dietro ogni angolo e tutti hanno un po' paura delle strade nel sud della Spagna. In curva andiamo piuttosto lenti perché è davvero scivoloso e molto pericoloso e nessuno vuole lasciare la Vuelta nell'ultima settimana a causa di una caduta. Questo vale anche per me e la corsa sarà finita solo quando saremo arrivati a Madrid».
Gli avversari più pericolosi per Remco Evenepoel sono Roglic e Mas, che nel fine settimana hanno corso veramente bene. «Roglic è stato il più forte sabato e Mas è stato molto forte domenica. Quando Mas ha attaccato, sapevo di avere ancora un buon vantaggio e non volevo andare oltre il limite. Eravamo già sopra i 2000 metri in quel momento e dopo una corsa così dura la perdita di tempo che ho subito è stata chiaramente limitata. Adesso iniziamo la terza settimana e il corridore con le gambe più forti sarà probabilmente il migliore nelle restanti tappe di montagna. La Vuelta è ancora lontana dall'essere finita».
Roglic è forte ed ha esperienza e le strade spagnole le conosce bene. Dopo un Tour deludente lo sloveno non si accontenta del podio e cercherà di conquistare la sua quarta Vuelta consecutiva.
«Il mio unico compito sarà di seguire Roglic. Questo è il grande obiettivo. Penso che la lotta per il secondo posto sia più aperta e la differenza tra Mas e Roglic è di soli 25 secondi. Poi la Movistar ha bisogno di punti per mantenere la licenza WorldTour e tra un secondo e terzo posto in un grande giro, in termini di punteggio, c’è una grande differenza. Più tappe riuscirò a finire senza perdere tempo e meglio sarà. Sabato ci sarà una grande battaglia nell'ultima tappa di montagna fino alla cima del Puerto de Navacerrada e chi vincerà lì avrà vinto la corsa».
Il fiammingo lo scorso anno aveva corso il suo primo grande giro in Italia, ma nella terza settimana era stato costretto ad arrendersi. «Dopo due settimane di gare non puoi più essere al tuo livello più alto e abbiamo avuto anche un weekend davvero difficile. Ovviamente ho un stato diverso rispetto allo scorso anno al Giro, ma avevo anche una preparazione completamente diversa. Sto andando molto bene e anche con la testa va bene. Le gambe si stanno stancando, c’è il mal di sella e anche le mani dopo l'incidente fanno male. Si tratta di recuperare e cercare di sprecare meno energia possibile una volta scesi dalla bici, solo così si potrà vincere».