Organizzare gare di Giovanissimi è innanzitutto voglia di futuro, desiderio di aiutare un po’ tutti, seminando e annaffiando con le proprie mani, perché quel futuro ci sia davvero.
Un compito umile quanto insostituibile, lontano dai clamori delle cronache, ricco solo dei suoi valori, seppure a volte distorti da chi pensa che per bambini e bambine di quell’età, sia giusto esasperare le tattiche, esaltare le vittorie, addirittura assegnare titoli di campione.
Per questo il G.S. Progetti Scorta, nell’ambito delle sue attività a favore della promozione del ciclismo, ha deciso di finanziare il “9° Gran Premio S.C. La Roda-Reda”, messo in cantiere dall’omonima società per il prossimo 7 agosto, a Reda di Faenza, un borgo di sole mille anime, con una altissima concentrazione di passione e attività ciclistica.
Un finanziamento concesso non solo per la condivisione di valori sportivi, tra cui quello sempre presente della sicurezza, ma anche per, attraverso una gara ciclistica, trovare l’occasione per ringraziare pubblicamente i tanti che si sono e si stanno impegnando contro questa terribile pandemia Covid: medici, infermieri e semplici volontari, molti dei quali (troppi) anche a costo della loro vita.
La gara infatti, oltre alla denominazione tradizionale e quella aggiunta di “Targa G.S. Progetti Scorta”, assumerà quella principale di “CORSA DEGLI ABBRACCI”. Si, proprio gli abbracci: quelli che dobbiamo a chi ha lottato per salvare i nostri cari; quelli che non abbiamo potuto dare a chi se né andato senza la carezza di un famigliare accanto; quelli che i nonni, per tanto tempo, hanno atteso isolati nelle case di riposo.
Una tragedia che, seppure in fase di superamento, oltre all’impegno per un rapido ritorno alla normalità, deve farci riflettere sul patrimonio umano che abbiamo perso, il merito di quanti hanno agito per il bene comune del nostro Paese, l’indispensabile contributo della comunità scientifica e la necessità di deguare per tempo l’essenza e la funzionalità delle strutture pubbliche, quelle che garantiscono l‘università dell’assistenza ai cittadini.
Non basta ritornare a come «eravamo prima», serve diventare «migliori di prima»!
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