L’unicità del ciclismo è che ogni strada, ogni piazza, ogni viale, ogni montagna, ogni lungomare può diventarne teatro, allo stesso tempo platea e palcoscenico. Via Roma (Milano-Sanremo) e piazza Duomo (Giro d’Italia), Passo Fedaia e Forcella Staulanza, il Vigorelli o una ciclabile. Un autentico privilegio.
E’ accaduto anche a Casaloldo. E’ un paesino (piatto) nella provincia (piatta) di Mantova, dove qualche settimana fa il Pedale Castenovese ha organizzato il Trofeo Amici del Ciclismo per gli esordienti del primo e del secondo anno. Una di quelle corse giovanili, trascurate, tralasciate, scordate, e invece fondamentali, meritevoli, encomiabili, perché alimentano la base, nutrono i vivai, sostengono i giovani. E se a premiare c’erano Renato Moreni, presidente del Pedale Casatenovese, Emma Raschi, sindaco di Casaloldo, Fausto Armanini, presidente provinciale della Federciclismo, e Corrado Lodi, componente dell’Organismo Nazionale di Vigilanza, a essere premiato ci sarebbe dovuto essere anche Luca Scappi del 3.14.
3.14 non è una squadra di corridori né un’accademia di ciclismo: è una pizzeria pasticceria caffetteria, a Casaloldo. Uno di quei luoghi dove il ciclismo si guarda e se ne discute, dove le tappe si mangiano e si bevono, dove le classiche si festeggiano con l’amaro o con un dolce, dove si brinda ancora per Coppi e Bartali o per Pogacar e Vingegaard magari con un Pinot (Thibaut) o con un Moser (51,151). Qua e là, cimeli ciclistici: bici, maglie, cappellini, borracce, perfino libri da chiedere in prestito.
3.14 è un gran bel numero, leggendario e misterioso, addirittura imprendibile in quella che viene considerata la scienza esatta, precisa, perfetta. Trattasi comunque di ciclismo, perché 3.14 è il rapporto fra la lunghezza della circonferenza e il suo diametro, dunque si parla di ruote, cerchi e cerchioni. Detto pi greco come iniziale della parola circonferenza in greco (“perifereia”), 3.14 è un numero definito irrazionale (cioè con infinite cifre decimali che non seguono nessuno schema ripetitivo) e trascendente (cioè che non può venire fuori da un numero finito di operazioni numeriche). C’è chi lo festeggia il giorno numero 14 del mese numero 3 (sarà un caso che Albert Einstein è nato proprio il 14 marzo del 1879?), c’è chi si danna a calcolarlo (uno scienziato americano e un ingegnere giapponese sono arrivati a 12mila miliardi di cifre), c’è chi si ostina a imparare a memoria tutti i decimali (pare che un cinese sia arrivato a 67890).
Ma il 3.14 di Casaloldo ha, anzi, fa qualcosa di speciale. Ogni anno organizza una rassegna letteraria, anche sportiva, anche ciclistica. Nei suoi locali, o fuori dai suoi locali, dipende dal tempo e dalla stagione. Fra una margherita e una napoletana, una al prosciutto e una ai funghi, o il caratteristico giropizza, uno spicchio di ogni specie. Fra una birra alla spina e un bicchiere di spuma. Fra un caffè Arabica o uno Liberica. Così 3.14 ha ospitato libri su Massignan e Senna, Venturelli e Varzi, Pantani e Lomu. Un atto di fede, ma anche di coraggio. Una prova di intelligenza, ma anche di volontà.
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