Wout VAN AERT. 10 e lode. Wout VAM Aert, il signore in verde, l’incredibile Hulk, chi più ne ha più ne metta. Non ci sono più parole… per definirlo compiutamente. È qualcosa di semplicemente sublime e pensare che c’è chi aveva avuto anche l’ardire di definirlo l’eterno secondo, campione di piazzamenti (non certo il sottoscritto, non certo questo sito, che ne ha sempre decantato l’immenso talento). Oggi fa qualcosa che era nell’aria e lui ha spazzato via tutto, dubbi, aria e avversari. Prende e va spedito, dopo aver fatto quello che ha fatto per tre settimane. Per tre settimane tre (a lui il premio “supercombattivo” del Tour). Fino all’ultimo, dalle Alpi ai Pirenei. Vince la sua terza tappa in questo Tour, sgretolando ogni record di punti della classifica a punti (480, ad oggi). Nessuno come lui. Pippo Ganna pensa al record dell’ora? Si affretti a tentarlo, Wout VAM Aert può fare anche quello. È il suo momento è la sua ora.
Jonas VINGEGAARD. 10. Rallenta, per non rovinare la festa a Wout VAM Aert, per incominciare la festa qualche centinaio di metri prima. Fa vedere, in ogni caso, che anche a cronometro non è fermo. Va, eccome se va. Ve l’avevo ricordato: seppe fare meglio di Pogacar anche un anno fa a St.Emilion. Il “re pescatore” non è un campione lì per caso, ma è lì per restarci per un po’. Il problema, adesso, è capire come fare per lasciarselo alle spalle.
Tadej POGACAR. 9. È completo, tosto e simpatico come pochi, ma da questo Tour torna a casa ristretto e compresso. Era arrivato con troppe certezze, troppa grancassa, troppi petardi e click clack: sarà una passeggiata. Sarà un trionfo. Sarà noia. Nulla di tutto questo. Torna a casa con diverse conferme, perché il “re bambino” è un talento purissimo, un campione di prima grandezza, ma nella mente da oggi ha qualche pensiero in più.
Geraint THOMAS. 8. Fa una bellissima crono, abbinata ad un Tour molto buono, che infatti chiude sul podio. Il gallese fa accumulo di fatica, ma questa sera ha più di un motivo per sorridere e anche lui di brindare. In pratica salva la missione francese ai suoi.
Filippo GANNA. 6. Era la nostra grande speranza per rompere il digiuno iniziato nel 2019, ultimo acuto sulle strade di Francia per mano, gambe e cuore di Vincenzo Nibali. Fa un Tour di sacrificio e mette in strada tutto quello che ha, tutto quello che gli rimane. È ancora tanto, ma con questi mostri, con questo cast c’è poco da fare. C’è poco da dire. O meglio, lui prima di partire, ai microfoni di Eurosport qualcosa dice: «Chi vincerà? Van Aert, sicuro».
Bauke MOLLEMA. 7. Tira fuori una crono dal grande contenuto tecnico. Insomma, ha gamba, però basta col dire che la crono è specchio dello stato di forma di un atleta: se così fosse Bauke avrebbe corso un Tour totalmente diverso.
Mattia CATTANEO. 7. Un Tour più che onesto per il bergamasco. Mette il cuore anche oggi, ma contro certi fenomeni c’è poco da fare.
Stefan KÜNG. 5. Lo svizzero è atteso ad una prova degna della sua storia, ma si fa attendere: troppo.