Dal 2007 alla guida del Tour de France, Christian Prudhomme in questi giorni ha risposto a numerose domande della stampa. Vi proponiamo qui di seguito i passaggi più interessanti di una lunga e articolata intervista che il 61enne direttore della Grand Boucle ha concesso ai colleghi della televisione svizzera.
I CICLISTI, GENTE CORAGGIOSA - «Una delle cose più affascinanti del nostro sport è il coraggio dei campioni: il coraggio è la vera forza dei ciclisti e delle cicliste. Quando un ciclista cade, ad esempio, non pensa se si è fatto male ma a ritornare in sella, ripartire e perdere meno tempo possibile. Le ragazze e i ragazzi che fanno i ciclisti hanno un grande carattere»
IL PIANTO DI HINAULT - «Un giorno ho ospitato Hinault sulla mia macchina in corsa. Bernard ha vinto 5 volte il Tour de France e poi ha avuto il ruolo di ambasciatore della corsa ma non era mai salito sulla macchina rossa numero uno del Tour. Bene, come è noto, prima della partenza di ogni tappa al Tour vengono annunciati tutti gli ospiti in carovana e anche quel giorno avevo una lunga lista da leggere, preso il microfono però ho detto: “Mi scuserete ma oggi farò un solo nome, quello di Bernard Hinault. Lui al Tour de France ha dato il suo talento, emozioni, felicità e molto di più”, in quel momento Bernard ha iniziato a piangere dall’emozione. Avevo previsto di dire altro ma non sono riuscito. Ero emozionato anche io».
FABIO CASARTELLI – Il patron della Grand Boucle ritorna con la memoria al 18 luglio 1995 e a distanza di 27 anni parla della tragedia di Fabio Casartelli: «Seguivo la corsa per la prima volta come giornalista e mi ricordo quella giornata in maniera indelebile, ricordo la terribile tristezza. Una sensazione totalmente opposta a quello che dovrebbe essere il Tour e il ciclismo e cioè un momento di festa fatto per sorridere»
IL CICLISMO FEMMINILE - «Credo nel futuro del ciclismo femminile, non lo avrei detto e non te l'avrei detto qualche anno fa; negli ultimi anni c’è stato un salto in avanti fenomenale. Siamo orgogliosi quest’anno di dare il alla corsa il nome ufficiale di “Tour de France Femmes avec Zwift”. Il Tour femminile è nato negli anni 80 ma è durato solo sei edizioni; altri poi hanno creato altri eventi che sono durati qualche anno e poi si sono fermati per mancanza di equilibrio finanziario. Oggi credo che il Tour de France femminile sia entrato in un circolo virtuoso che permetterà alla corsa di avere quell’equilibrio finanziario necessario perché possa durare. Vogliamo dare un messaggio forte e chiaro: la nostra gara non durerà solo o 4 o 5 anni, sarà una manifestazione duratura»
L’intera intervista in francese è disponibile sul sito rts.ch