Collega il Monte Fumaiolo al Mare Adriatico. Unisce le vie dello zolfo e del gesso a quelle delle viti e degli ulivi. Gemella Tito Maccio Plauto, il commediografo, con Marco Pantani, lo scalatore. Propone il sentiero degli Gnomi e la salita del Barbotto. Ed è aperta a tutte le biciclette, da corsa, mountain bike, gravel e assistite. E’ la Valle del Savio, scavata dal fiume che dal confine con la Toscana per 120 km taglia, nutre, illumina la Romagna.
Sara Cavina ha scritto “La Valle del Savio in bicicletta” (Ediciclo, 144 pagine, 14 euro, con prefazione di Davide Cassani), un giro di 172,4 km e 3344 metri di dislivello, da completare anche in più tappe, e 18 itinerari ad anello, ciascuno da fare in giornata. Per chi guida sulla E45, è quel tratto lambito dalla superstrada che scende verso Cesena e Cesenatico, o che sale verso Toscana e Umbria. Per chi segue il Giro d’Italia, è il teatro delle tappe arrivate a Bagno di Romagna (nel 2017, primo Omar Fraile, e nel 2021, primo Andrea Vendrame). Per chi ama la cucina, è la patria del formaggio di fossa, e per chi frequenta la cantina, è la zona del bianco Pagadebit.
Il Grand Tour prevede partenza e arrivo a Cesena, passando per Mercato Saraceno, Sarsina, San Piero in Bagno, Bagno di Romagna, Verghereto e Montiano. Gli anelli esplorano strade da granfondi (dalla Nove Colli a quella del Capitano), percorsi culturali (Dante e Leonardo), antiche strade (del Sale) e oasi lacustri (il Lago di Acquapartita, il Lago di Quarto...). L’Italia non è mai abbastanza esplorata e conosciuta, mai abbastanza valorizzata e apprezzata. Come qui. Anche qui.
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