Senza squadra e abbandonati al loro destino, i corridori della Gazprom-Rusvelo stanno continuando a rispondere sulla strada – nelle poche occasioni in cui possono indossare un dorsale – a suon di risultati. Oggi è toccato a Christian Scaroni, con la maglia della Nazionale Italiana, alzare le braccia al cielo sul traguardo di Monfalcone nella prima tappa dell’Adriatica Ionica Race 2022. Una prima vittoria da professionista un po’ agrodolce per lui, visto che se da una parte la gioia per essere riuscito a sbloccarsi è tanta, dall’altra c’è il pensiero perenne di un futuro ignoto.
L’unica certezza per gli sfollati della Gazprom, al momento, si chiama Italia, dal momento che il CT Daniele Bennati e il suo staff, quando ne hanno la possibilità, danno loro sempre l’opportunità di non perdere il ritmo gara: «Abbiamo dimostrato una volta di più che, quando si è in Nazionale, si corre uniti, uno per l'altro, difendendo i colori di una Nazione – spiega Scaroni, felice e deciso nel voler far passare il suo messaggio -. Avevamo più carte da giocarci, Malucelli per la volata e Carboni in caso di attacco in salita, poi c'ero io, che ho un discreto spunto veloce in caso di volata ristretta. Non me l'aspettavo, ma è una vittoria che ripaga di tutti i sacrifici di questi ultimi 2-3 mesi, in cui non abbiamo sicuramente trovato continuità nel gareggiare. Abbiamo dimostrato di essere corridori veri, di avere grinta e volontà per continuare ad andare avanti in questo sport».
Il bresciano ha saputo due settimane fa di dover correre l’Adriatica Ionica Race; una buona notizia, ovviamente, ma vivere una stagione e gli allenamenti senza avere la minima idea di quello che lo attende da qui a qualche giorno non è certo idilliaco. «È stato confortante sapere di correre qua, ma dall'altro lato penso che dopo questi 5 giorni non so cosa mi aspetta nei prossimi mesi – racconta ancora Scaroni -. Dalla Coppi&Bartali al Giro di Sicilia, passando per questa corsa, stiamo dimostrando di essere sempre pronti quando veniamo chiamati in causa. Oggi credo di aver corso più col cuore che con le gambe, volevo divertirmi e fare bene per la Nazionale che continua a darci fiducia. C'erano corridori che arrivavano dal Giro d'Italia, ho sentito che mi mancava il ritmo gara, ma ho seguito l'istinto ed è andata benissimo. Per quanto ne sappia io, questa potrebbe anche essere l'ultima corsa della stagione; quindi, tanto vale sfruttare ogni occasione che ci viene concessa».
La spiacevole situazione in cui si sono trovati loro malgrado, ha unito ancora di più il gruppo Gazprom: «Siamo costantemente in contatto su whatsapp, nei primi due mesi eravamo riusciti a creare un gruppo straordinario e anche vincente, visto quello che hanno fatto Vacek e Malucelli e quello che ho fatto io oggi. Pur correndo pochissimo, stiamo facendo una bellissima stagione e questo grazie al lavoro fatto in inverno col preparatore atletico Marco Benfatto, coadiuvato da Maurizio Mazzoleni. È davvero un peccato che tutto il lavoro di Renat Khamidulin e dello staff sia andato sprecato così. Quello che ci riserva il futuro non lo so, restiamo alla finestra e vediamo cosa succede. Voglio dedicare questa vittoria a tutti i miei compagni che stanno vivendo questa situazione, ma anche a tutti i membri dello staff rimasti senza lavoro e alle loro famiglie».
Questa AIRace, però, è tutt’altro che finita: Scaroni domani sul Monte Grappa proverà a difendere la maglia di leader ma, alla peggio, avrà altre due tappe, quelle di Brisighella e Sirolo, per provare a lasciare un altro segno sulla corsa. «Mi piacerebbe provare a difendere la maglia. Oggi in salita ho percepito che c'erano 6-7 corridori che stavano meglio di me, ma magari domani con un giorno di lavoro in più le cose potrebbero andare meglio. Vediamo, se la gamba non dovesse girare potrei anche decidere di mollare e puntare tutto sulle prossime tappe, vallonate e con qualche strappo qua e là, sicuramente più adatte alle mie caratteristiche».