Dopo l'abbuffata di pianura che i girini hanno fatto ieri, oggi si valica l'Appennino ligure nella tappa più lunga del Giro, la Parma-Genova di 204 km. Dalla città del Granducato si sale costantemente con pendenze molto dolci lungo la valle del Taro fino ai piedi del Passo del Bocco, salita di bassa difficoltà che porta in Liguria.
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Segue una lunga discesa impegnativa fino a Carasco dove si risale la val Fontanabuona: si affrontano quindi due salite, La Colletta di Boasi e il Valico di Trensasco. Si entra in Genova percorrendo l’autostrada e pedalando sul nuovo Ponte di San Giorgio prima di entrare nell’abitato per gli ultimi chilometri.
A questo punto il gruppo lascerà l'autostrada a Genova Ovest - attenzione alle gallerie - e imboccare la Sopraelevata Aldo Moro che porta fino ai 2 km dall’arrivo. Ultima curva all'ltezza del triangolo rosso e etta finale su asfalto con pendenza di circa 2%.
Sulla carta, come spesso accade quando si arriva in Liguria, ci sono tutte le condizioni perché vada a segno una fuga con corridori lontani in classifica generale.
ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO
La tappa ha inizio a Parma, seconda città più popolosa dell’Emilia-Romagna e capoluogo dell’omonima provincia. Nominata “Città creativa Unesco per la gastronomia”, Parma e il suo territorio propongono una assai variegata offerta di prodotti gastronomici: da questa zona provengono infatti il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello, il Salame Felino, la Coppa di Parma. La denominazione Colli di Parma DOP comprende vari vini, tra cui Colli di Parma DOP Malvasia, Colli di Parma DOP Sauvignon, Colli di Parma DOP Barbera e Colli di Parma DOP Bonarda.
Tra le attrazioni da non perdere della città ricordiamo Piazza Duomo con la cattedrale e il battistero di Benedetto Antelami, il Palazzo della Pilotta con la Galleria Nazionale e il Teatro Farnese, il Parco Ducale con all’interno il Palazzo Ducale. Parma vanta anche una grande tradizione musicale: Giuseppe Verdi è nato poco lontano, a Busseto, mentre Arturo Toscanini nel cuore del centro storico; Niccolò Paganini ha vissuto e lavorato in città e riposa nel locale Cimitero della Villetta.
Da Parma la tappa prosegue verso sud-ovest sempre in ascesa sull’Appennino parmense per oltrepassare Collecchio, lungo la strada Romea, con la chiesa di San Prospero del’XI secolo e la secentesca Villa Paveri Fontana. Seguono Fornovo Val di Taro, punto di raccordo tra la Pianura padana e la Lunigiana che ospita una delle più importanti pievi romaniche del territorio parmense, la pieve di Santa Maria Assunta, e Solignano, piccolo e moderno abitato sovrastato dai resti di una rocca medievale.
Il passaggio attraverso alcune gallerie porta al primo traguardo volante di tappa a Borgo Val di Taro. La località è considerata la capitale dell’alta Val Taro nell’Appennino parmense e vanta una posizione strategica a cavallo di tre regioni (Emilia-Romagna, Liguria e Toscana). Nel comune si raccoglie il Fungo di Borgotaro IGP, vanto della gastronomia locale.
Sempre in salita si toccano in successione Bertorella, frazione di Albareto, lungo il tratto dell’Ippovia della Val Taro e Val Ceno, poi Compiano, borgo completamente circondato da mura il cui castello del IX secolo è sede del curioso Museo massonico internazionale, e Bedonia, piccolo centro con la chiesa di Sant’Antonino Martire, costruita in forme barocche e neoclassiche su un luogo di culto del IV-V secolo.
La corsa prosegue verso il confine ligure attraverso due frazioni del comune di Tornolo, Pontestrambo e Santa Maria del Taro, la località abitata emiliana più prossima al mar Ligure.
Termina ai 957 metri s.l.m. del Passo del Bocco, GPM di 3a categoria, la prima metà tutta in salita della tappa. Il valico è pressoché al confine tra Emilia-Romagna e Liguria anche se insiste sul territorio del comune di Mezzanego, già in terra genovese. Presso il Passo del Bocco sono presenti il Monumento al Balilla, il giovane Giovan Battista Perasso che il 5 dicembre 1746 accese la prima scintilla dell’insurrezione che cacciò gli austriaci da Genova, e il Giardino Botanico F. Delpino, gestito dal Chiesa Sant’Antonino, Borgo Val di Taro.
Poco distante, sulle pendici della montagna, nel territorio del comune di Borzonasca si trova l’abbazia di Borzone di origine medievale, dedicata a sant’Andrea e, dal 1910, monumento nazionale.
Di qui si procede in discesa attraversando San Siro Foce e Borgonovo Ligure, frazioni di Mezzanego, e poi Carasco, nella bassa Val Fontanabuona, zona di estrazione e artigianato dell’ardesia, punto più basso prima di riprendere la salita e oltrepassare Calvari, frazione di San Colombano Certenoli, il comune più esteso dell’intera valle, e infine Cicagna, paeso diviso in due nuclei distinti dal fiume Lavagna.
Si continua parallelamente alla costa per raggiungere il traguardo volante di Ferrada, frazione del comune di Moconesi dove, in località Terrarossa Colombo, si trovano il Museo di Colombo e la Caravella di Colombo, scultura dell’artista Adriano Leverone, recentemente scomparso. Terrarossa Colombo, infatti, prende il nome proprio dal grande navigatore genovese Cristoforo Colombo, perché qui ebbe origine la sua famiglia.
Si ricomincia a salire passando per Gattorna, altra frazione di Moconesi, e Ferriere, frazione di Lumarzo, comune che ospita la chiesa di San Martino del Vento, al centro di una piccola radura circondata dal bosco, e il santuario Nostra Signora del Bosco, sorto sul luogo della presunta apparizione della Vergine Maria al contadino Felice Olcese nel 1555. Nella frazione Rossi del comune di Lumarzo nacque Natalina Garavento (detta Dolly), madre del crooner Frank Sinatra.
A La Colletta, sempre nel territorio di Lumarzo, il secondo GPM della tappa, di 3a categoria (615 metri s.l.m.), precede un’ulteriore discesa verso Bargagli, nell’alta Val Bisagno, con la pieve di Santa Maria Assunta, una delle più antiche di tutta la Liguria, e luogo da cui partiva l’acquedotto antico di Genova, oggi in parte percorribile a piedi, che attraversa anche il successivo passaggio di Cavassolo, frazione di Davagna. Superata una galleria ci si ritrova a San Gottardo, popoloso rione genovese, dove inizia una nuova salita.
Ai 392 metri s.l.m. del Valico di Trensasco l’ultimo GPM di tappa, 3a categoria, nel territorio del comune di Sant’Olcese, a cui appartiene anche la seguente Piccarello. Luogo simbolo di Sant’Olcese è il Forte Diamante, spartiacque tra la Val Polcevera e la Val Bisagno, eretto tra il 1756 e il 1758 a difesa della città di Genova. Si attraversa quindi una galleria e poi San Biagio, parte del quartiere genovese di San Quirico, e Rivarolo, altro quartiere del capoluogo ligure., per poi dirigersi verso il centro di Genova per l’arrivo.
La tappa si conclude quindi a Genova, sulla leggera salita di via XX settembre per arrivare in piazza De Ferrari. Genova, città antichissima (i primi insediamenti sul territorio genovese risalgono all’epoca preromana, al IV-V secolo a.C. circa), è ricca di arte, artigianato e cultura. Passeggiando tra gli stretti vicoli del centro storico, i caruggi, si incontrano i magnifici Palazzi dei Rolli, Patrimonio Unesco. 43 botteghe storiche costellano il centro, sedi di attività artigiane che custodiscono una sapienza d’altri tempi.
Ma Genova è soprattutto città di mare, con la sua Lanterna, vero e proprio simbolo della città, e gli antichi borghi marinari, dove il tempo sembra essersi fermato. All’interno dell’area del Porto Antico, ridisegnato da Renzo Piano, si trovano l’Acquario di Genova, il più importante d’Europa, e il Bigo, suggestivo ascensore panoramico. Prodotto genovese d’eccellenza è senza dubbio il pesto, il tradizionale condimento a base di basilico. Altre prelibatezze tutte genovesi sono la focaccia, la farinata, i frisceu e la panissa, oltre ovviamente ai piatti a base di pesce.
Genova ha anche una lunga storia musicale: sono nati a Genova, tra gli altri, Michele Novaro, compositore del Canto degli italiani, Natalino Otto, iniziatore dello swing in Italia, e i cantautori Fabrizio de André e Ivano Fossati.
da TvRoadbook
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