È la tappa più pianeggiante del Giro numero 105: da Santarcangelo di Romagna ea Reggio Emilia ci sono 203 km da percorrere senza nemmeno un cavalcavia, quasi tutti in linea retta lungo la Via Emilia. Si percorrono strade rettilinee e generalmente larghe con i numerosi attraversamenti cittadini con il loro corredo di rotatorie, spartitraffico e arredo urbano: sono questi i soli ostacoli da affrontare oggi.
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ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO
Inizia dalla bella Santarcangelo di Romagna questa tappa lunga e tutta emiliano-romagnola. La città nasce intorno a un castello medievale, la Rocca Malatestiana, e sfoggia diversi altri monumenti di rilievo, come l’Arco Ganganelli, eretto in onore di papa Clemente XIV, che qui ebbe i natali, e la settecentesca chiesa collegiata della Beata Vergine del Rosario.
Il colle Giove, attorno a cui si sviluppa la città, è attraversato da un fitto reticolo di grotte tufacee, oggi in parte aperte ai visitatori. Il colle Giove darebbe il nome al Sangiovese, vino tipico del luogo. Altro prodotto tipico locale è la cipolla “da acqua”, ottima consumata cruda con radicchio, olio d’oliva, sale grosso e aceto di vino Sangiovese all’interno di una piadina calda con la salsiccia cotta sulla brace.
A Santarcangelo sono nati Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore per grandi registi (Fellini, Monicelli, Petri, Antonioni), e il comico e conduttore televisivo Daniele Luttazzi. Una manciata di chilometri e ci si ritrova nella provincia di Forlì-Cesena per passare a Savignano sul Rubicone, a metà strada tra la costa e le colline dell’entroterra romagnolo. Simbolo della città è il ponte romano sul fiume Rubicone, famoso per lo storico passaggio di Giulio Cesare nella sua discesa verso Roma, quando pronunciò la celebre frase “Alea iacta est!” (“Il dado è tratto!”).
Si prosegue sempre in linea retta fino ad arrivare a Cesena, città dalla storia ricchissima, diventata signoria alla fine Trecento con i Malatesta, capitale del breve ducato di Cesare Borgia e città natale di ben due papi. Cesena ospita la prima biblioteca civica italiana, fondata nel 1452: la Biblioteca Malatestiana. I Malatesta hanno segnato la città in maniera indelebile, lasciando, oltre alla biblioteca, anche la Rocca Malatestiana che domina l’abitato. Poco distante, si erge la millenaria abbazia di Santa Maria del Monte, sul colle Spaziano, che offre al visitatore uno splendido panorama.
Piatto da non perdere a Cesena sono i passatelli, sorta di grossi vermicelli formati da un impasto di parmigiano, pangrattato, uovo, scorza di limone e noce moscata e cucinati nel brodo di carne.
Lasciata Cesena si prosegue per Forlimpopoli, ai piedi delle ultime alture collinari appenniniche, nota oggi soprattutto per aver dato i natali al famoso letterato e gastronomo Pellegrino Artusi, e infine si giunge al termine della provincia incontrandone il capoluogo, Forlì. La città conserva importanti tracce del passato romano e rinascimentale, a partire da i due assi viari principali di origine romana che convergono su piazza Saffi. Qui affacciano la basilica romanica di San Mercuriale, con il suo imponente campanile (75 metri!), il Palazzo Comunale trecentesco, i rinascimentali Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini e il Palazzo delle Poste, esempio di architettura del Ventennio fascista. Nel cuore del centro storico ha sede il Complesso museale di San Domenico, al cui interno trova collocazione la sezione antica della Pinacoteca civica.
Si entra quindi in provincia di Ravenna per raggiungere Faenza, famosa per la produzione di ceramica artistica, tanto da essere sede del Museo internazionale delle ceramiche. Per secoli la città è stata impreziosita da monumenti, come dimostrano le sue splendide piazze: l’imponente Piazza del Popolo è delimitata da due ali porticate su cui si affacciano il Palazzo del Podestà e il Palazzo Municipale, mentre Piazza della Libertà ospita il Duomo e la Fontana monumentale. A Faenza sono nati lo storico leader socialista Pietro Nenni e la cantante Laura Pausini (vincitrice di un Grammy e un Golden Globe).
Un veloce passaggio attraverso Castel Bolognese, paese natale dello scultore Angelo Biancini e sede di un museo all’aperto a lui dedicato, ci porta all’ingresso nella provincia bolognese.
Tra l’Appennino tosco-romagnolo e la pianura padana si incontra Imola, sul fiume Santerno. Imola è famosa nel mondo per il celebre autodromo, dedicato a Enzo e Dino Ferrari, inaugurato nel 1953 e sede di competizioni di Formula 1. Un simbolo della città è l’orologio monumentale situato sulla torre del municipio. Il centro storico sorge intorno alla Rocca Sforzesca, ottimo esempio di architettura difensiva a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. In tavola, tra i primi tipici troviamo strozzapreti, garganelli e tortelloni ripieni di ricotta ed erbette.
Lasciata Imola il percorso prosegue per il traguardo volante di Toscanella di Dozza, frazione del comune di Dozza. Dozza è un borgo medievale che ha la peculiarità di ospitare un museo a cielo aperto con oltre un centinaio di opere realizzate da nomi importanti dell’arte contemporanea.
Procedendo sempre in linea retta si attraversa Castel San Pietro Terme, rinomata per il suo stabilimento termale, località su cui torreggia il massiccio Cassero, baluardo medievale. È poi la volta di Ozzano nell’Emilia, tra la Via Emilia e le colline del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa al cui interno si snoda la Ciclovia dei Gessi di Gaibola, e di San Lazzaro di Savena: qui ogni anno, all’inizio di agosto, si svolge la famosa Fiera di San Lazzaro, cantata da una tradizionale canzone bolognese resa celebre dall’interpretazione di Francesco Guccini.
Si arriva così a Bologna, detta la Grassa ma anche la Dotta, capoluogo della regione Emilia-Romagna e fresca di inserimento (2021) nella lista dei Patrimoni dell’umanità Unesco per i suoi caratteristici portici. Bologna ha una storia antichissima: è sede della più antica università del mondo occidentale, fu libero comune nel Medioevo, capitale settentrionale dello Stato pontificio dal Cinquecento ed ebbe ruoli di assoluto rilievo nel Risorgimento e durante la Resistenza.
Tra i simboli di Bologna, la centrale Piazza Maggiore, Palazzo Accursio, sede del comune, la Fontana del Nettuno del Giambologna e le Due Torri. L’offerta gastronomica bolognese è infinita: mortadella, ragù alla bolognese, tortellini, lasagne, tagliatelle, bollito, il dolce certosino… oltre ai vini DOC dei Colli Bolognesi, tra cui il tipico Pignoletto. Bologna ha anche una lunghissima tradizione di artisti e musicisti: tra tutti, ricordiamo il grande Lucio Dalla.
Il percorso vira un poco verso nord per arrivare al traguardo volante di San Giovanni in Persiceto, con il centro storico medievale dall’originale struttura concentrica. Sulla centrale Piazza del Popolo affacciano la chiesa collegiata di San Giovanni Battista, che conserva all’interno opere di Guercino, Albani, Gandolfi e Guardassoni, il Teatro Comunale, dall’intatto impianto settecentesco, e il quattrocentesco Palazzo Comunale. Dolce tipico della zona sono i cosiddetti africanetti, biscotti a base di zucchero e uova di colore giallo vivo.
Segue il passaggio per Crevalcore, dal caratteristico impianto urbano a reticolo. Qui nacque lo scienziato secentesco Marcello Malpighi, considerato il padre dell’osservazione microscopica, omaggiato nella piazza centrale con una scultura in bronzo del 1897. Superata Crevalcore, a circa due terzi della lunghezza della tappa, si giunge alla provincia di Modena. Si oltrepassano uno dopo l’altro i paesi di Camposanto, tipica località della Bassa Modenese sulla riva sinistra del Panaro, Cavezzo, duramente colpito dal terremoto del 2012, e la frazione di San Martino di Carpi, sul fiume Secchia, per arrivare a Carpi, seconda città della provincia di Modena per numero di abitanti.
Carpi nacque come borgo nel Medioevo e del periodo conserva il Piazzale Re Astolfo, tuttora cuore della città medievale, e la chiesa di Santa Maria in Castello, detta La Sagra, una pieve romanica consacrata nel XII secolo e costruita su una precedente fondazione longobarda risalente all’VIII secolo. Nella frazione di Fossoli, sede di un campo di prigionia durante la Seconda guerra mondiale, è istituito il Museo Monumento al Deportato Politico e Razziale.
A Carpi sono nati la regista e sceneggiatrice Liliana Cavani, Stefano “Cisco” Bellotti, cantautore e per molti anni voce dei Modena City Ramblers, e il nuotatore Gregorio Paltrinieri, medaglio d’oro alle olimpiadi di Rio 2016 nei 1500 metri stile libero.
Si lascia la provincia di Modena per quella di Reggio Emilia, attraversando Correggio, il centro più importante della provincia dopo il capoluogo, storicamente feudo della famiglia dei Da Correggio, la cui corte fu meta di poeti e letterati quali Ludovico Ariosto, Pietro Bembo e Pietro Aretino. Nati a Correggio lo scrittore Pier Vittorio Tondelli e il cantautore Luciano Ligabue.
Superata la frazione La Villa, si affrontano gli ultimi chilometri per Reggio Emilia, arrivo di tappa e capoluogo della provincia. Reggio Emilia è la “Città del Tricolore”: qui, infatti, fu adottato, nel 1797, il tricolore che divenne poi bandiera nazionale. Su Piazza Prampolini, più nota come Piazza Grande, insistono diversi edifici di indubbio pregio, come la Cattedrale, il Battistero e il Palazzo Municipale. Via del Broletto, una strada porticata, conduce da Piazza Grande a Piazza San Prospero, dove si svolge il mercato, su cui affaccia la basilica di San Prospero, prezioso edificio rinascimentale.
Reggio, assieme a Parma e Modena, è luogo d’origine del formaggio Parmigiano Reggiano, famoso nel mondo. Qui si produce anche l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP, ottenuto dal mosto cotto e invecchiato per almeno 12 anni di uve coltivate nel territorio.
A Reggio Emilia sono nati Nilde Jotti, prima presidente donna della Camera dei Deputati, il cantante Zucchero Fornaciari, lo scrittore Ermanno Cavazzoni e il musicista Massimo Zamboni, chitarrista per i gruppi CCCP e CSI.
da TvRoadbook
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