Arnaud DÈMARE. 10 e lode. Ha il numero 111, suggestivo e beneagurante, tre volte primo? Per il momento è a quota 2, anche se la contabilità rosa di questo bellissimo velocista transalpino che viene da Beauvais, 90 chilometri a nord di Parigi, dove atterrano i voli low-cost diretti alla capitale, è arrivata complessivamente a sette sigilli. Una volata bellissima quanto incerta, vinta al fotofinish, per un niente, ma per qualcosa, con qualcosa di più e anche di meno degli altri. Più coraggio, meno paura: che fa tanto velocista. Vince perché ha un pesce pilota che lo guida come Morkov o giù di lì: è Jacopo Guarneri (voto 10), atleta di riferimento, uomo di fiducia, che pensa a pedalare, ma intanto pensa, perché Jacopo non è solo e soltanto bicicletta, è tante altre cose. Come quel braccialetto multicolore che porta al polso LGBT+, contro le discriminazioni, contro il pensiero unico, contro le barriere, lui che è abituato ad accelerare, a trovare varchi, strade…
Caleb EWAN. 10. Perde per uno sbadiglio, per il braccino, non perché sia uno che si risparmia, ma perché le sue braccia, il suo busto, le sue gambe sono più piccine di quelle del velocista transalpino. Fa il colpo di reni, ma gli manca qualcosa: un niente.
Mark CAVENDISH. 8. Volatone, anche oggi, ma deve arrendersi alla maggiore velocità di quei due là, che vanno a farsi la fotografia.
Biniam GIRMAY. 7. Altro piazzamento per il ragazzo eritreo, anche se oggi mette in mostra la volata meno convincente, diciamo la più lenta, per quanto lui resti sempre velocissimo.
Giacomo NIZZOLO. 5,5. I suoi oggi lo pilotano benino, ma non benissimo, con i tempi giusti e nel punto giusto, ma lo mollano proprio sul più bello: Giak si trova da solo e fa da sé, mettendosi in quinta ruota, prima che si scateni la bagarre, prima che partano tutti. Resta lì: 5°.
Andrea VENDRAME. 6,5. Joker si butta incurante di tutto e di tutti, e si porta a casa un più che accettabile 7° posto, in una volata ad alta gradazione di velocità.
Simone CONSONNI. 6. Ci prova, con l’aiuto di Davide Cimolai, e si porta a casa un 8° posto che fa bene al morale.
Vincenzo ALBANESE. 6. Il ragazzo della Eolo Kometa, dopo una giornata in fuga con Diego Rosa, regala al team di Basso e Zanatta il primo piazzamento nei 10.
Sacha MODOLO. 5,5. Un passettino in avanti, arriva 11°, ad un passo dai top. Non è chiaramente una volata alla Modolo, ma almeno oggi ha fatto la volata.
Fernando GAVIRIA. S.V. Ieri se l’era presa con il cambio, che lo abbandona sul più bello, oggi se la prende con Dainese che involontariamente gli sbarra la strada. Diciamo che Fernando si lascia prendere dalla sindrome di Tourette, e comincia a tirare giù cristoni a raffica, per smaltire la rabbia, per provare a digerire anche questa.
Diego ROSA. 8. Pronti via e nessuno scappa: oggi se la prendono un po’ tutti più comoda e aspettano un po’. Poi ci prova il 33enne piemontese della Eolo Kometa, che prende il largo e se ne va: da solo. È il primo attacco di giornata, il primo e l’unico, che lancia e lascia un uomo solo al comando, in maglia biancoceleste per tutto il giorno: Diego Rosa, che onora come nessuno la corsa rosa. È probabile che il povero Diego si sia anche chiesto durante la sua lunga uscita di giornata “ma chi me l’ha fatto fare” (141 km da solo), ma è bene che non si dia una risposta. L’ha fatto, l’ha fatto bene e va bene così. Per i francesi è una “debandade”, una fuga precipitosa; per noi un gesto di coraggio, che va in ogni caso applaudito. Il suo attacco non è solo un’ispirazione sportiva, ma è un atteggiamento quasi filosofico, che richiama al solipsismo: atteggiamento per il quale ogni individuo non può che affermare la propria individualità e la propria esistenza. Oggi faccio da me! Oggi sono io!
Lennard KAMNA. 6. Il detentore della maglia azzurra prende dei punti preziosi valevoli per la maglia della montagna, quella Mediolanum, quella che da quest’anno porta la firma di Ennio Doris e il suo motto: “c’è anche domani”, sperando che la tappa sia meno noiosa di quella di oggi.
Filippo TAGLIANI. 6,5. In questo inizio di Giro si da un gran daffare. Non va in fuga, poi alla fine suo malgrado ci si ritrova, con Simone Ravanelli e Eduardo Sepulveda. Tre uomini Drone Hopper Androni Giocattoli a caccia di punti per la classifica a punti. Non so se lo facciano proprio per le classifiche, di sicuro per non annoiarsi e sgranchirsi le gambe.
Attilio NOSTRO. 8. Il vescovo di Mileto, Tropea e Nicotera, oggi era al Giro, ospite del direttore Mauro Vegni. Il vescovo è un ciclista praticante, autentico appassionato, che si sta adoperando con Mimmo Bulzomì per creare in zona una bella pista ciclabile. Insomma, il vescovo Nostro è dei nostri!
QUICK-STEP ALPHA VINYL. 8. I lupacchiotti, nel tardo pomeriggio e sul finir di tappa, cominciano a twittare di una battaglia – quella di Costantinopoli -, iniziata il 6 aprile del 1453 e terminata il 29 maggio dello stesso anno. Poi la battuta: “In ogni caso, più corta di questa tappa del Giro”. Per non annoiarsi e occupare un po’ il tempo, i “wolfpack” ripassano un po’ di storia.