Simon YATES. 10. Voleva più chilometri a cronometro, e oggi ha fatto capire a tutti il perché. Quinta vittoria al Giro d’Italia. Crono “monstre” per il britannico (bravissimi i tecnici Giant, bravissimo l’ingegner Marco Pinotti, responsabile delle performance contro il tempo), che dice chiaramente che in questo Giro i conti si faranno anche con lui. Simon è dall’inverno che ha un pensiero rosa fisso in testa, che non è più un’ossessione, ma un dolcissimo obiettivo, da costruire con calma e senza fretta. Intanto regala il primo successo a Brent Copeland, che al momento è a casa, ma potrà festeggiare con Gerry Ryan, il grande capo, il signor BikeExchange, che a Budapest questa sera saprà a cosa brindare.
Mathieu VAN DER POEL. 9. Dopo il traguardo, come sua abitudine e rito, si butta per terra, ma non butta via la maglia rosa: quella se la tiene ben stretta. Avrebbe voluto fare come ieri: tappa e maglia. Ma se la fa andare bene anche così, tanto sa che qualche tappa da portare a casa c’è e, anche per lui, non c’è fretta. Il problema è chiaramente più dei suoi avversari. L’olandese volante ha ancora fame, ha la bava alla bocca: siete avvisati.
Matteo SOBRERO. 8,5. Il campione d’Italia della BikeExchange va forte nella prima tappa (37° a 4”) e fortissimo oggi. Il tricolore sventola nella città del tricolore, la maglia bianca di miglior giovane fa felici tutti noi e pure il team australiano che piazza due suoi nelle prime quattro posizioni: Pinotti docet.
Tom DUMOULIN. 7. Il fuoriclasse olandese è qui per ritrovare il piacere di correre e il gusto della vittoria, ma quei due gli rovinano un po’ la festa. Volto scuro, riso amaro, un terzo posto non cambia la vita, ma è un segnale da leggere e cogliere: Tom c’è.
Ben TULETT. 9. Questo è un prodigio della natura, uno dei tanti talenti giovani che Ineos ha al proprio servizio. Ha soli 20 anni, il britannico. Atleta tutto da scoprire, ma già si vede di che pasta è fatto.
Tobias FOSS. 7,5. Il 24enne norvegese della Jumbo Visma porta a casa un buonissimo 6° posto. Tobia è atleta di spessore, spalla ideale per Dumoulin, al quale darà una mano e qualcosa di più.
Wilko KELDERMANN. 7,5. Se non fa pasticci, il 31enne olandese della Bora Hansgrohe c’è. Lo ha fatto vedere ieri, lo fa rivedere anche oggi. La crono è lo specchio del tuo stato di forma? Se è sì, lui sta benone.
Lennard KÄMNA. 7. È un cronoman fatto e finito, nonostante si destreggi bene anche in salita. Campione del mondo della crono da juniores nel 2014, nonché campione europeo di specialità da juniores e under 23. Insomma, il ragazzo – ha 25 anni – ci sa fare anche nelle prove contro il tempo e oggi conferma di essere parecchio veloce, su un tracciato che esalta le sue doti di scattista e passista. Detronizza il nostro Affini, e questo ci fa male.
Edoardo AFFINI. 7. Su un percorso non propriamente adatto a lui, il mantovano della Jumbo-Visma si adatta e fa di necessità virtù, rilanciando come meglio non potrebbe in curva la propria bicicletta. Divora la strada, con stile e potenza. È uno specialista del tempo e lui lo insegue, lo doma, ma non lo ferma. Qualcosa gli scappa.
Mauro SCHMID. 7,5. Il 22enne svizzero della Deceunick Alpha Vinyl mostra le sue doti di cronoman, ma questo ragazzo ha doti tutte da scoprire, non solo nelle prove contro il tempo.
Thymen ARENSMAN. 7,5. Anche lui 22enne, fa parte a pieno titolo di una generazione di fenomeni: l’olandese della DSM fenomeno non è ancora, ma è parecchio bravo. Prendere nota anche per lui.
Joao ALMEIDA. 7. Non spacca il mondo, ma non si spezza: resta lì, nelle zone nobili, nelle zone alte.
Vincenzo NIBALI. 8. Non è uno specialista, non lo è mai stato, anche se spesso si è difeso. Oggi non solo si difende, ma ne lascia un bel po’ alle proprie spalle. Parte cattivo (4° all’intertempo), finisce bene. Un secondo dopo Almeida, davanti a tanti ragazzini che ambiscono a ciò che lui ha in bacheca da un po’.
Romain BARDET. 7. Tra gli uomini di classifica, che ambiscono a qualcosa di importante si difende, perdendo solo 24”. Occhio al transalpino sereno, privo di peso sulle spalle: per questo può volare.
Richard CARAPAZ. 5,5. Oggi fatica, non brilla come è solito fare. Ci sono pochissime cronometro: per lui è una buonissima notizia.
Mikel LANDA. 5,5. Quasi disastroso, ma non è una novità: lascia per strada 33”. Deve inseguire, attaccare: questa per lui forse non è una buona notizia, per noi sì.
Miguel Angel LOPEZ. 4. Due notizie: una buona e una cattiva. Il pittore non cade: buona notizia. Perde in compenso la bellezza di 42”: cattiva notizia. Da martedì dovrà inventarsi qualcosa, forse più di Nibali.
Alessandro DE MARCHI. 6,5. Ieri il rosso di Buja ha risparmiato il motore (170° a 6’51”), oggi fa giornata, passando da una sponda all’altra del Danubio a tutta velocità. Da Buda (che è un po’ come Buja) a Pest, pestando sui pedali. Come dite? Arriva solo 29° a 33” da Yates? E di questi tempi vi sembra poco?
Fabio FELLINE. 6,5. Anche il 32enne piemontese dell’Astana fa una buonissima crono: 24° a 30”. Non male.
Lorenzo FORTUNATO. 5. Ieri avvio difficile (61° a 38”), oggi pure (158° a 1’22”): può solo migliorare. Da martedì a tutta!
Giacomo NIZZOLO. 17. Nel giorno del cronometro e della prova contro il tempo, io arrivo in ritardo, ma arrivo. Piccola precisazione a bocce ultra ferme per l’esigente e tutt’altro che banale volata di ieri su al castello di Visegrad. Nel finale convulso segnato anche da una rovinosa caduta avvenuta a circa 1800 metri dalla meta, il velocista brianzolo finisce nella rete con il transalpino Demare e don Alejandro Valverde. Giak, mette piede a terra, i suoi sodali anche. È andata. Ciao volata. Se ne riparlerà domani. Un po’ come ho fatto io oggi.