Oggi nel ciclismo si festeggia un compleanno veramente speciale, quello di Alejandro Valverde che a 42 anni continua ad essere uno dei corridori più amati e forti del gruppo. Nel ciclismo sicuramente ci sono corridori più anziani di lui, ma nessuno o quasi nessuno è riuscito a vincere tanto e a rimanere ai vertici di uno sport che ha fatto della fatica la sua più grande caratteristica. 'El Bala' festeggia 42 anni, dopo essere arrivato settimo alla sua ultima Liegi-Bastogne-Liegi, con il gruppo dei migliori in una stagione in cui l’età per lui, non ha alcuna importanza.
Il suo addio al ciclismo lo voleva dare nel 2021 ma il Covid, gli ha fatto cambiare idea, perché lui, che ha passato una vita in bici, voleva concedersi ancora un anno, con il pubblico sulle strade e quella voglia di vincere che ancora gli appartiene. In questa stagione ha corso per un totale di 21 giorni con 3.320 chilometri nelle gambe. A gennaio ha fatto il suo esordio stagionale con un sesto posto al Trofeo Calvià e, due giorni dopo, il 28 gennaio, ha conquistato la sua prima vittoria stagionale, nel Trofeo Pollença-Port d'Andratx. Al Gran Camiño galiziano, ha vinto una tappa e ha fatto sua la classifica per la maglia verde e la classifica generale. Il 5 marzo Valverde ha stupito tutti, arrivando secondo a Strade Bianche, dietro a Tadej Pogacar, che ha 20 anni meno di lui. L’abbraccio tra i due campioni al termine della corsa, sarà uno degli scatti più belli di questa stagione.
Valverde è forte e sembra che per lui gli anni non passino mai ed è così che alla Freccia Vallone ha conquistato un altro importante secondo posto, alle spalle di Dylan Teuns e con i complimenti del campione del mondo Alaphilippe. Quella del murciano è una carriera lunga in cui ha vinto come pochi hanno saputo fare. Diventato professionista nel 2002 con la Kelme-Costa Blanca, ha passato degli anni anche con la Illes Balears, Caisse d'Epargne e la Movistar, con la quale sta correndo la sua ventunesima e ultima stagione. Ha ottenuto 133 vittorie nella sua vita, con successi alla Vuelta e podi al Giro e al Tour, cinque vittorie alla Freccia Vallone, quattro alla Liegi-Bastogne-Liegi e poi l’oro mondiale, segno di un riconoscimento alla sua carriera nel 2018, quando in Austria a Innsbruck, ha tagliato il traguardo per primo.
“El Bala” è pronto per una nuova avventura, quella del Giro d'Italia che quest’anno partirà dall’Ungheria e poi correrà a San Sebastián Classic, prima di correre un’ultima volta la Vuelta, dove in ogni tappa, per lui sarà una sorta di pellegrinaggio, un viaggio che non farà da solo, ma insieme ai suoi tifosi che lo accompagneranno fino a Madrid. Sarà nella Capitale spagnola che Alejandro Valverde saluterà il suo pubblico, poi forse correrà il mondiale australiano di Wollongong e la sua ultima corsa potrebbe essere il Giro di Lombardia.
Ci sarà rammarico e tristezza, oppure pentimento per Valverde? «Alla fine mi ritiro con la sensazione di dire che l’ho fatto perché è quello che volevo – Ha detto Valverde alla vigilia delle Liegi -. Ma il mio livello è ancora lì per vincere. Mi è rimasta quella sensazione, non quella di essere stato trascinato, di soffrire solo sulla bici senza risultato e di soffrire e basta. Soffro, ma felice di sapere che sto lottando per vincere. Soffro per vincere, non per sopravvivere. Quando resti indietro e perdi 15 minuti, soffri molto più di quanto soffri per vincere. Voglio arrivare alla fine con ancora la voglia di vincere perché so che potrò farlo».