Remco EVENEPOEL. 10 e lode. Un Duemila che va a mille: all’ora. Un ragazzo della Generazione Z che si porta a casa la prima classica Monumento, alla prima partecipazione della vita, regalando ai lupacchiotti della Quick-Step Alpha Vinyl Team la vittoria numero 19 in stagione e il 21esimo monumento della loro storia. Non sbaglia nulla questo piccolo prodigio, questo talento assoluto che oggi fa vedere di che pasta è fatto e, soprattutto, cosa è capace di fare. Cade Julian Alaphilippe e Remco ha carta bianca. Parte sulla Redoute, a 30 km dal traguardo. Una botta secca che fa male, soprattutto ai Bahrain e ai Jumbo Visma, che restano lì senza fiato, con le gambe piegate e il fiato corto. Lui allunga il passo, con apparente facilità, con un’azione che non ha nulla di folle, ma è maledettamente sublime. Nel 2020, al Lombardia finisce in un dirupo, e lì rischia seriamente di finire la sua carriera. Oggi dove in un fossato ci finisce il suo capitano Julian Alaphilippe, Remco trova la forza di sostituirlo da campione, con un’azione da campione.
Quinten HERMANS. 8. Ennesimo piazzamento di prestigio per la Intermarché Wanty Gobert - è il primo podio in assoluto in una classica monumento per la squadra belga - con questo 26enne corridore belga che nella volata finale si toglie la soddisfazione di mettersi alle spalle Wout Van Aert.
Wout VAN AERT. 5,5. È chiaro ed evidente che gli manchi qualcosa, non certo il carattere e la forza interiore. Subisce molto la corsa, e anche nello sprint finale subisce una piccola grande rimonta.
Daniel MARTINEZ. 6,5. Il 25enne colombiano della Ineos Grenadiers arriva quarto, ma ha tutto per poter presto, molto presto, colmare anche questo gap.
Sergio HIGUITA. 6,5. Il 25enne colombiano della Bora, resta sempre lì, attento ed efficace, nel vivo della corsa, e porta a casa un piazzamento di prestigio.
Dylan TEUNS. 5. Il 30enne belga della Bahrain Victorious anche oggi mette in mostra una buonissima condizione, ma anche una esuberanza di squadra eccessiva e poco redditizia. Tanti allunghi, tante progressioni, sia con Mikel Landa che con il nostro Damiano Caruso o con Wout Poels, poi quando parte Remco tutti stanno a guardare: manco fossero delle stelle.
Alejandro VALVERDE. 42. Il sogno era vedere il murciano sul gradino più alto, alla soglia dei 42 anni che compirà domani. Arriva 7°, dopo il 2° posto alla Freccia. È in età da pensione, ma raccoglie risultati come uno stagista di talento: eterno lui, eternamente grati noi.
Aleksandr VLASOV. S.V. Il 26enne russo della Bora arriva 14°: insomma, corre. Poi l’Uci, con calma e pazienza, ci spiegherà perché lui russo può correre e gli italiani, spagnoli, norvegesi, cechi e costaricani della russa Gazprom non possano. Con calma, non c’è fretta. Per l’Uci siamo senza parole, per lui sono per un senza voto.
Romain BARDET. 10. Finisce per le terre con mezzo gruppo, forse potrebbe risalire in bicicletta, ma nota Julian Alaphilippe nella scarpata, contro un albero. Non esita un attimo: abbandona la bicicletta e corre in aiuto del due volte campione del mondo. Anche questi sono gesti d’amore, grandi gesti.
Diego ULISSI. 6. Lui fa il suo, mettendosi al servizio della squadra, al servizio di Marc Hirschi (9°). Con il suo 22° posto è il migliore degli italiani, in una primavera per noi da dimenticare. Prendere nota, please: 11° Vincenzo Albanese alla Sanremo, 25° Luca Mozzato al Fiandre, 19° Andrea Pasqualon alla Roubaix, 14° sempre Andrea Pasqualon alla Gand-Wevelgem; 15° Domenico Pozzovivo alla Freccia-Vallone. Insomma, questi siamo. E forse qualche domanda dovremmo pur farcela.
Marco TIZZA. 7. Il 30enne lombardo della Bingoal se ne va in fuga per tutto il giorno con i fluorescenti compagni di squadra in sella alle loro italianissime e milanesissime De Rosa. Con lui ci sono Kenny Molly e Luc Wirtgen. E a loro volta con i tre ragazzi della Bingoal ci sono rispettivamente Bruno Armirail (Groupama FDJ, ultimo ad arrendersi dopo aver tentato di restare alla ruota di Evenepoel), Pau Miquel (Kern Pharma), Jacob Madsen (Uno X), Baptiste Planckaert (Intermarché Wanty Gobert), Fabien Doubey e Paul Ourselin (TotalEnergies), Sylvain Moniquet e Harm Vanhoucke (Lotto Soudal).
Annemiek VAN VLEUTEN. 10 e lode. Più che finita, le ha finite, una dopo l’altra, senza se e senza ma. Alla fine la 39enne olandese ha dominato la corsa in lungo in largo, facendosi vedere prima sulla Redoute e poi scatenando l’offensiva totale e letale su la Roche-aux-Faucons. Vince la seconda “Doyenne” in carriera con pieno merito, annichilendo le avversarie in una corsa che non accetta scuse. Chi ne ha vince e oggi, Annemiek, era di un altro pianeta.
Grace BROWN. 9. La 29enne australiana compagna di squadra alla Fdj di Marta Cavalli, coglie un secondo posto di assoluto valore, dopo che l'azzurra le apparecchia la tavola per la volata che vale un posto d’onore. Onore al merito per tutte, sia per Grace che per Marta.
Demi VOLLERING. 8,5. La 25enne olandese conferma la dittatura arancione in questa corsa che è tutto un tulipano. In sei edizioni, cinque successi olandesi: con Anna Van der Breggen (2017 e 218), Annemiek Van Vleuten (2019 e 2022), e l’anno scorso proprio con Demi Vollering. Unica intrusa – nel 2020 – la britannica Elizabeth Deignan.
Ashleigh MOOLMAN. 7.5. Anche la sudafricana del team Sd Worx non è più una ragazzina, viste le sue 36 primavere, ma in una corsa selettiva come questa, è l’esperienza e la tenuta che servono, e lei tiene fino alla fine.
Elisa LONGO BORGHINI. 7,5. La Regina del ciclismo italiano si conferma tale. Nelle corse forse più dure del calendario – la Roubaix e la Liegi – si porta a casa una vittoria e un 5° posto: tanta roba. Arriva lì, a giocarsi la piazza d’onore in volata e, francamente, fa anche un buonissimo sprint, ma non può chiaramente inventarsi donna-jet.
Marta CAVALLI. 7. Resta attaccata alla nobiltà di questa corsa, poi si immola alla causa della Brown per tirarle la volata che vale il secondo posto. Anche per lei la primavera ha un aroma dolcissimo.
Soraya PALLADIN. 6,5. Anima la fuga più importante di giornata con Marlen Reusser, Leah Thomas, Evita Muzic, Amanda Spratt, Leah Kirchmann, Clara Honsinger e Sara Martin. Poi, sulla Redoute, dove la Van Vleuten scatena la bagarre, entrano in scena le big. Inizia un’altra gara.
Mavi GARCIA. 5. L’esperta spagnola, 38enne atleta della UaeTeam ADQ, ha le doti e il talento per arrivare un pochino più su, oggi vive una giornata no.