La bici, dice, “non mi ha mai tradito”. La bici, sostiene, “per l’umanità è uno strumento magnifico”, forse perché silenziosamente suona e canta, invece per lui “è perfetta per isolarmi dal mio mondo e scoprire quello degli altri”. La bici, spiega, “non è solo lenta e pulita, ma in un attimo puoi fermarti, scendere, parlare, regalare o accogliere un sorriso”. Tanto che, precisa, “quando vai in macchina è la macchina che guida te, invece quando vai in bici sei tu a guidare lei”.
Eppure il primo amore di Domenico Battista – 47 anni, torinese di nascita, varesotto di casa, Varano Borghi per la precisione, professione insegnante – non è stata la bici, ma l’ovale. “Il rugby – racconta -. Ho cominciato a giocarlo all’università. Poi a Rho e a Parabiago. All’inizio da ignorantissimo: pilone. Quindi da mezzo ignorante: seconda linea. Infine da privilegiato: terza centro, numero 8, il timoniere della mischia. E il rugby mi ha cambiato, se non la vita, il modo di vedere la vita. Perché il rugby è squadra, comunità, famiglia. Perché il rugby è dare, anzi, darsi”.
Così, rugbisticamente, Battista ha interpretato la bici: prima un lungo viaggio alla scoperta di sé e degli altri, poi passione e missione. “La prima volta in Corsica – ricorda -. Ero molto e male attrezzato, tutti i bagagli legati sul portapacchi posteriore, tanto che in salita rischiavo di ribaltarmi. E, in Corsica, le salite non si possono proprio evitare”. Per una quindicina d’anni, almeno due volte l’anno, è saltato sulla bici e ha esplorato salite e discese, borghi e laghi. “Finché ho realizzato che la bici potesse diventare un po’ scuola e un po’ lavoro, un po’ laboratorio e un po’ ambulatorio, un po’ salotto e un po’ casotto. Ed è nata ‘La Stranofficina’ nel Parco del Ticino, con l’Anffas Ticino, a Somma Lombardo, frazione Maddalena, obiettivo manutenzione, riparazione e recupero di bici per incrementare l’uso delle piste ciclabili nell’area verde”. Domenico, da volontario, ha impiantato, gestito e insegnato. “E con i 10mila euro conquistati in un bando, abbiamo destinato definitivamente degli spazi all’attività di ciclofficina, dove i ragazzi si sono specializzati nei restauri”.
Da ciclofficina nasce ciclofficina: “L’officina Traguardi nel carcere di Varese, specializzata nei mezzi speciali, dalle cargo–bike ai tricicli per adulti. L’officina Tandem a Vedano Olona. L’officina che potrebbe aprirsi nel carcere di San Vittore a Milano – e le avremmo già trovato un nome: ‘La piccola bottega degli errori’ -. E quella che si inaugurerà domenica (alle 16.30) ad Arona (Ca’ de pop, via Roma 78/80). Una ciclofficina popolare, con banconi e pannelli per gli attrezzi ottenuti a costo zero, dove si riparano o si costruiscono le bici da soli ma con i suggerimenti di chi ne sa di più. Si chiamerà ‘No Race’, che ha due significati: nessuna gara, perché il suo spirito è non competitivo, e nessuna razza, perché siamo aperti a tutti, ma proprio tutti”. Poi una biciclettata (alle 17) per le vie di Arona. E la sera (alle 21), per festeggiare il grande debutto di “No Race”, si terrà uno spettacolo teatrale su Gino Bartali missionario di pace. Meglio di così, non si poteva immaginare.
Battista, se la immaginava così la vita? “Da insegnante, sono battaglie quotidiane. Da volontario, sono conquiste quotidiane. E così vivo, giorno per giorno, felice e stanco, anzi, felicissimo e stanchissimo. Ma pedalando”. Come diceva – più o meno - Einstein, per mantenere l’equilibrio non ci resta che pedalare.
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