LUI CON LORO

TUTTOBICI | 26/04/2022 | 08:20
di Pier Augusto Stagi

È chiaro che non sarà facile per Daniele Bennati, penso lo sappia bene anche il neo CT azzurro, al quale auguro ogni bene, perché è persona perbene, ma è altrettanto importante dirlo subito, prima che qualcuno pensi di vivere un’altra realtà: non sarà facile vincere. Non sarà facile pretendere risultati in un momento storico come questo, molto delicato per il nostro movimento.


Che ci piaccia o no, i cosiddetti fenomeni non sono italiani. Non sono di casa nostra. Alla recente Volta Catalunya, dove abbiamo perso Sonny Colbrelli per problemi cardiaci - a proposito: Forza Sonny! Ora e sempre! - abbiamo ammirato l’ennesimo campioncino di casa UAE Emirates, quel Juan Ayuso che con la nostra Colpack ha corso, ma è un prodigio di soli 19 anni di passaporto spagnolo.


È così: disponiamo di poche frecce al nostro arco. E non lo dico per disfattismo, ma per realismo, oltre che per proteggere i nostri ragazzi, per togliere loro una responsabilità pazzesca, un peso che potrebbe davvero travolgerli e schiacciarli, visto che in alcune zone del pianeta ci sono giovanotti, come Ayuso appunto, che possono ambire al ‘’tutto e subito”.

Abbiamo un livello buono, questo è innegabile, ma ci manca il prodigio, l’uomo per tutte le stagioni e tutte le strade. Avevamo San Vincenzo Nibali e molti manco si sono resi conto di quanto valesse e cosa sia riuscito a fare in carriera. Adesso disponiamo di un prodigioso Filippo Ganna, vorremmo fargli fare di tutto e di più, anche se a me va benissimo che continui a essere quello che è: un fenomenale interprete delle prove contro il tempo e un micidiale collezionista di medaglie sui tondini di mezzo mondo.

Ma il momento, come vi dicevo, è quello che è: Sonny Colbrelli fermo ai box, Giacomo Nizzolo rallentato da una frattura al polso, Filippo Ganna frenato da bronchiti e influenze, così come Elia Viviani e Matteo Trentin. Non è il caso di fare i piagnucolosi, ma nemmeno di ostentare sicurezza e false aspettative: non possiamo farlo. Non possiamo permettercelo. Bisogna pazientare e sperare che i nostri ragazzi, da Covi a Tiberi per fare solo due nomi, crescano con calma. E la fretta non bisogna nemmeno metterla a Daniele Bennati, che deve avere il tempo necessario per capire e orientarsi: i ragazzi hanno bisogno di crescere. Lui con loro.

Parliamo di squadra azzurra sul modello del World Tour, definizione che non ho mai amato, che trovo profondamente sbagliata, perché la nostra nazionale non dispone di corridori: li deve chiedere. Se li deve far prestare, come sempre del resto. E qui sorge un altro problema: quello della gestione degli atleti con sponsor della nazionale, ma vincolati contrattualmente con i loro team di appartenenza che a loro volta hanno i loro sponsor. Ma questo è un altro discorso, che mi preme fare: seguitemi.

PROFESSIONISMO E PROFESSIONALITA’. Per i ragazzi c’è una storicità che li aiuta e, di conseguenza, li protegge. Per le ragazze, che lo status di professioniste non ce l’hanno ancora, ma di fatto lo sono oggi più che mai, i problemi ci sono eccome. E se dobbiamo capire Daniele Bennati, ancor di più dobbiamo aiutare nella sua opera Paolo Sangalli, il Ct azzurro delle donne.

Ricorro ad una provocazione: Dino Salvoldi ha lasciato la categoria femminile al momento giusto. Ora si occupa egregiamente - così mi dicono e mi assicurano - della categoria juniores maschile, ma da quest’anno non avrebbe potuto più seguire le ragazze come era abituato a fare. Parlo in particolare delle ragazze élite, che ormai corrono solo e soltanto per team di World Tour stranieri e con i quali - al pari dei ragazzi - ti devi confrontare e parametrare. Vuoi portare in quel tal ritiro Elisa Balsamo? Devi chiedere. Vuoi che Elisa arrivi al top della condizione per quella specifica gara? Devi fare i programmi con Luca Guercilena e Paolo Slongo, il preparatore di casa Trek Segafredo.

Questo per quanto riguarda le corse. E lo stesso discorso vale per quelle manifestazioni para-pubblicitarie che interessano alla nostra Federazione: tipo Technogym a Milano, il mese scorso. Non puoi pensare di disporre delle atlete a piacimento come se fossero di tua proprietà. Non puoi pensare di vestirle con loghi che nulla hanno a che fare con quella determinata ragazza, che ha un contratto firmato con un determinato team. Loro, le ragazze, molto educatamente e forse poco informate e a digiuno di certe dinamiche, si sono prestate, ma non sono mancate le prese di posizione da parte di team manager e procuratori.

La nostra Federciclismo, che pensa di gestire il team azzurro come se fosse una formazione di World Tour, dovrebbe saperlo, ma a quanto pare così non è. Per quanto riguarda Paolo Sangalli, invece, dobbiamo solo augurargli il più sincero buon lavoro. Non sarà né semplice né tantomeno scontato: sicuramente sarà stimolante. Una sfida nuova, per un ciclismo femminile che pedala velocissimo verso un nuovo mondo. Soprattutto verso un nuovo modo di intenderlo e di viverlo. Ormai ci siamo, il traguardo del professionismo per le nostre ragazze è dietro l’angolo, ma anche la nostra Federazione deve fare un salto di qualità: se non in direzione del professionismo, verso la professionalità.

Editoriale da tuttoBICI di aprile

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COMMENTI
Niente di nuovo...
26 aprile 2022 10:33 Ale1960
Difficilmente la critico direttore, ma questo articolo non dice niente di nuovo... è come scoprire l'acqua calda....

@ ale
26 aprile 2022 11:35 Giovanni c
Vero. A volte non c'e' molto da dire

nessuno gli chiede di vincere da sfavorito,
26 aprile 2022 12:30 Leonk80
ma c'è modo e modo di perdere. Ad esempio nell'argento di Trentin la nazionale ha fatto la corsa ed è stata perfetta. In bocca al lupo a Bennati comunque!

S potrebbe dire
26 aprile 2022 12:40 mircoj
Ad esempio si potrebbe dire che a gli stessi del tanto criticato Cassani...

Cassani
26 aprile 2022 13:22 gaspy
Il buon Cassani fino allo scorso anno ribadiva che il ciclismo italiano era in salute ne adesso non abbiamo nessuno!!!!! Qualcuno sbaglia chiaramente e IO dico non avremo NESSUNO per parecchi anni visto l'andamento nelle categorie Giovanissimi Esordienti e Allievi!!!!!

Colbrelli
26 aprile 2022 13:33 Aleimpe
Se Colbrelli non avesse avuto quel malore alla Volta Catalunya, forse Fiandre e Roubaix avrebbero avuto un esito diverso.....

Nazionale come un Team
26 aprile 2022 13:50 Luigi Rossignoli
La Nazionale pensa a correre solo in Italia e gode delle vittorie a discapito di team continental , vedi in Sicilia che tiravano tutto il giorno !
Assurdo che la nazionale deve rincorrere dei giovani italiani in fuga !
Che vadano all’estero altrimenti portate i giovani a fare esperienza!
Luigi

io penso che...
26 aprile 2022 13:58 Fuga da lontano
Il mio parere si fonda sulla assunzione, magari sbagliata, che per tutti i CT mondiali la situazione di partenza è quella di Bennati, Sangalli o Savoldi.
Per mia esperienza ho dei ricordi nitidi che in occasione di campionati mondiali o giochi olimpici favorevoli alle caratteristiche tecniche e fisiche di quel ciclista avveniva, di concerto tra il CT e la squadra dell'atleta, una programmazione di gare e allenamenti mirati al raggiungimento del picco di forma in occasione di quelle gare.
Affermo questo in quanto ad esclusione dei mondiali su strada dei professionisti (i giochi olimpici sono stati aperti ai prof dal 1996), i giochi olimpici rappresentano il vertice più prestigioso per i "cronoman", i pistard" e i "bikers" e su questo si formano e si organizzano, scelte degli atleti comprese, i quadrienni di preparazione ai giochi.

La fuoriuscita di atleti/e dai corpi militari o la scelta di passare a squadre WT sicuramente non semplifica la gestione di questi, ma credo che i risultati di Balsamo, Consonni, Cavalli, Fidanza siano da ricercare anche nella loro storia, passata e presente, di pistard con la nazionale italiana con tutti i benefici ricevuti.

Se la FCI pensa di gestire, pubblicamente, le atlete/i a piacimento è meglio che faccia un passo indietro o che, sulla falsariga, di altre federazioni italiane (pallavolo, pallacanstro, hockey su prato) crei, gestisca, supporti, un Team Italia in cui far confluire i migliori prospetti o atleti italiani per la loro crescita e la loro gestione
E'un sogno, ma anche una provocazione.

PS. ma la colpa era di Cassani.... e di chi lo difendeva mostrando i risultati degli albi d'oro delle gare WT e dei GT degli ultimi 10 anni.

@ gaspy
26 aprile 2022 20:21 titanium79
Tranquillo, che uscito Cassani abbiano nuovi Re Mida, che promettono miracoli con i soldi (pochi degli altri). Infatti, i miracoli non accadono, puntualmente. L'Italia è in piena recessione e il costo iniziale per praticare ciclismo è salito, basta chiedere a qualsiasi team giovanile. Da li, meno atleti = meno vivaio = meno campioni. La tua analisi è giusta, ma basta la vittoria di tappa al Giro per dire "ci siamo!" e per nascondere la verità tragica, sotto ad un tappeto. Bennati non potrà far certo miracoli

Troppi pochi giovani
26 aprile 2022 21:37 Arrivo1991
Nel comuni limitrofi a me ( Lombardia ), le corse dei ragazzini si sono ridotte al lumicino. Mille fattori hanno inciso, ma se il vivaio e' corto, e' difficile far sbocciare talenti come ai tempi d'oro.

numeri
27 aprile 2022 10:13 Fuga da lontano

https://www.federciclismo.it/it/hierarchical_documents_page/i-numeri-della-fci/d3d05b69-36cf-4aee-8ca6-a9411335ab0d/

Questo link si collega ai dati statistici aggiornati al 31 dicembre 2021 della FCI.

E'interessante e sorprendente, almeno per me, leggere che nel periodo 2017-2021 sono aumentati i tesserati in tutte le categorie giovanili.
I Giovanissimi da 15.448 a 19.091
Esordienti da 3.117 a 3.450
Allievi da 2.562 a 2.828
e poi gli altri.

Ma questi numeri non distinguono se questo aumento di tesserati si è tramutato in un incremento di partecipanti, per esempio, nelle gare di fuoristrada (MTB, ciclocross) e diminuiti in quelle su strada come evidenziato in altri commenti.

Non è un distinguo da poco, la nostra cultura è stradocentrica mentre in altre nazioni è da molto tempo multidisciplinare.
Un esempio nostrano sono i Juniores Mattio e Milesi che sono partiti dalla MTB e poi passati, successivamente, alla strada.

Lo "stradocentrismo" è una scelta che, alla luce dei risultati, non è più vincente.
La Francia e la Svizzera hanno sviluppato un florido e vincente settore giovanile di fuoristrada, pista e BMX e oggi, su strada,hanno una batteria di atleti di buono e alto livello che noi ci possiamo solo sognare.

Credo che ostruire o conservare o restaurare impianti permanenti per la pista (basta buttare i soldi in impianti con alti costi di manutenzione come il Vigorelli) e creare scuole per il fuoristrada sia una strada percorribile.
Un esempio il velodromo di Lecce-Monteroni, abbandonato da anni, che potrebbe diventare un centro di sviluppo giovanile per tutto il ciclismo pugliese e non solo.


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