Sul podio dell'Amstel Gold Race ha fatto finta di assaggiare la birra, non è la sua bevanda preferita, poi ha passato la pinta alle compagne e allo staff della FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope che ne hanno approfittato per festeggiare la prima grande classica vinta da Marta Cavalli.
«Non amo la birra, ma da oggi avrà comunque un posto speciale nel mio cuore - racconta sorridendo la ventiquattrenne cremonese di San Bassano appena scende dal podio di Valkenburg -. Lo confesso, sapevamo che la vittoria non era distante ma ora che è arrivata la sensazione è davvero fantastica. Nel 2021 ho fatto salto di qualità, da settimane vedevo in allenamento che miglioravano le cose, sentivo di crescere. Finora avevo avuto un po' di sfortuna, ma oggi tutto è andato bene».
Raccontaci il finale.
«Dopo il Cauberg dall’ammiraglia mi hanno spinto ad attaccare, ci ho provato sfruttando un momento di rilassamento delle mie avversarie. Quando mi sono voltata e ho visto che c’era il gap mi sono detta "non ci credo!". Quek rettilieno non finiva mai ma io ho spinto fino alla fine perché non volevo rischiare niente, non volevo sorprese».
Quali le tue sensazioni?
«Un vero uragano, capisci di aver realizzato qualcosa di importante, di aver concretizzato un sogno che insegui da tanto tempo. Devo dire grazie alla mia squadra, al mio staff, alla mia famiglia. Mio papà aveva preso una domenica di riposo settimana scorsa per seguirmi al Fiandre, non è andata benissimo, ma credo di aver regalato ai miei genitori una grande soddisfazione oggi. Li ho appena sentito al telefono, erano felicissimi».
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