Due notizie. Due gran belle notizie. La prima: mercoledì Ernesto Colnago compirà 90 anni. La seconda: mercoledì stesso, alle 11, all’Università Bocconi, Colnago sarà ringraziato, spiegato, analizzato, raccontato, festeggiato, celebrato come si deve. Iscritti a parlare: il rettore Gianmario Verona, il docente Tito Boeri, da remoto il ministro Vittorio Colao, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi e Luca di Montezemolo, e Beppe Saronni a rappresentare il mondo del ciclismo. E poi lui, il cavalier Ernesto, il sciur Ernesto: Colnago.
Ci sarebbero altre gran belle notizie: la Bocconi che accoglie al volo la proposta e la rilancia con la sua forza planetaria; Colao, Prodi e Montezemolo che avrebbero voluto esserci di persona, ma che hanno voluto esserci comunque in video; il collegamento in streaming chiesto e ottenuto dalla 66thand2nd, la casa editrice che ha pubblicato “Il Maestro e la bicicletta” su vita, opere e segreti del “Cellini della bicicletta”, come lo aveva definito Gianni Brera; la partecipazione del popolo del ciclismo, da Motta a Dancelli, da Zandegù a Boifava, Vigna, Morellini, Bonariva, Anni... e gli ultimi due presidenti federali, Di Rocco e Dagnoni, e i vertici del Giro d’Italia; e le iscrizioni di Fabio Capello e Beppe Marotta.
Ma perché tanta riconoscenza? Ma perché tanto amore? Perché Colnago è la dimostrazione che la quinta elementare non era poi una licenza da buttare via; che in una bottega cinque-per-cinque c’è spazio sufficiente per ospitare un pozzo di scienza e una montagna di coraggio; che la vita è l’arte dell’incontro a cominciare – nel suo caso – con Fiorenzo Magni fino ad arrivare a Tadej Pogacar; che l’università della strada non rilascia lauree brevi o magistrali ma insegna a stare al mondo anche da primi della classe; che nella vita è meglio svegliarsi presto e attaccare a studiare e lavorare prima degli altri; che sul comodino è sempre meglio tenere una penna e un taccuino casomai ci si svegliasse di notte dopo aver sognato una linea aerodinamica, una teoria rivoluzionaria, un’idea stravagante, così da prenderne nota e poi verificare la mattina dopo se funziona o no; che la bicicletta è una chiave di lettura dell’anima e il ciclismo una chiave di conoscenza del mondo.
Colnago che fa 90 è la dimostrazione che non si smette di giocare perché si diventa vecchi, ma si diventa vecchi quando si smette di giocare. E lui, fra tubi e forcelle, manubri e selle, pedali e pedivelle, non ha mai smesso – non un solo giorno dei suoi 90 anni di vita – di giocare. Neanche mercoledì. Coerente, da sempre.
Serio, come sempre. Rigoroso, più di sempre. Ma, sotto sotto, leggero come il carbonio.
PS L’Arena del Bocconi Sport Center (viale Toscana 30, Milano) ha una capienza di 400 posti. C’è ancora la possibilità di partecipare. Per informazioni e iscrizioni https://eventi.unibocconi.it/index.php?key=evbsccolnago
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