Lo sappiamo, come sempre si deve trovare il capro espiatorio. E chi se non la Federciclismo che non vigila? Che non sa? Che non vaglia e per giunta va in trasferta con un numero superiore di persone al seguito rispetto ai corridori? Peccato che molti del personale siano partiti prima. Peccato che non si potesse sapere dell’intoppo del positivo o della positiva in coppa del Mondo.
Sappiamo che la Nazionale di ciclocross partita da Amsterdam per raggiungere gli Stati Uniti dove prenderà parte ai Campionati Mondiali di specialità che si terranno a Fayetteville in Arkansas il 29 e 30 gennaio, ha dovuto rinunciare a Tommaso Cafueri, Valentina Corvi, Jakob Dorigoni, Luca Paletti, Gaia Realini e Samuele Scappini. Tra questi ragazzi o ragazze, uno ha il peso di tutto. Un familiare di questo genio era positivo al Covid, ha avuto un contatto diretto, ma se n’è guardato bene dal comunicarlo ai dirigenti della Federciclismo ed è partito ugualmente per Amsterdam, risultando poi positivo anche lui.
Per una volta, diciamo le cose come stanno. E se proprio dobbiamo dirla tutta, mi auguro che a questo punto la Federazione prenda provvedimenti su questo atleta (in senso generale) che ha commesso una leggerezza gravissima quanto pazzesca e che ha messo in difficoltà non solo un’intera Federazione, ma dei ragazzi che hanno subito un torto sportivo spietato. Il colpevole di questa bravata ha un nome e un cognome: che si prendano dei provvedimenti, senza tanti “poverinismi”, perché qui di sei corridori, di poverini ce ne sono solo cinque. Uno è semplicemente idiota.