Se passi da Cusano Milanino non puoi fare a meno di fare visita ad uno dei maestri telaisti del nostro made in Italy. Non puoi esimerti dal fare un salto nell’atelier di via Bellini, per ritrovare Ugo De Rosa, un amico del ciclismo, un uomo del fare, che ancora adesso, alla soglia dei suoi 88 anni (li compirà tra pochi giorni, il 27 di questo mese, ndr) è lì che osserva e dispensa consigli. «Se è per questo si mette ancora qui con me a saldare tubi con la saldatrice a TIG – mi confida divertito Alessio Galanti, classe ’82, cresciuto nell’azienda del cuore, che ha a cuore le proprie maestranze -. Ugo, con tutto il rispetto per i suoi figli e per la signora Mariuccia, per me è davvero un secondo padre. Quello che so, lo so grazie a lui, che ancora oggi mi insegna, mi consiglia e si mette di tanto in tanto a saldare: e credetemi, la mano è quella di sempre. Precisa come poche».
Mano salda, che salda. Sia quella di Ugo che quella di Alessio Galanti, sposato con Daniela e padre di Thomas, di 6 anni. «È bravo, ha stoffa, come tutti i ragazzi che sono qui da una vita con noi – dice con giustificato orgoglio Ugo -. Ma un grazie lo deve dire non solo a me, ma soprattutto a Giovanni Cristiano, altro nostro punto di riferimento, che è con noi dal lontano 1989, questo ragazzino l’ha veramente tirato su lui».
E da ragazzino si presenta al cospetto di Ugo De Rosa, accompagnato da papà Filippo. «Io non ho mai corso, non ho mai avuto la passione per il ciclismo, non ho mai desiderato una bicicletta, ma essendo di Cusano Milanino non passava giorno che non mi fermassi davanti al negozio di Ugo in piazza XXV Aprile. Mi fermavo sempre a guardare quelle biciclette che mi piacevano un sacco e un sacco mi piaceva tenere le mani in movimento: riparavo di tutto, dalle biciclette alle moto. Poi, un bel giorno, dissi a papà: non me la sento più di andare avanti a studiare, vorrei imparare il mestiere. Ho visto che Ugo De Rosa cerca apprendisti, mi accompagni da lui? Mi accompagnò».
E quel che più conta è che Ugo De Rosa non solo lo ascoltò, ma lo prese: in prova. Prova oggi, prova domani, sono passati anni. «Ho cominciato a fresare l’alluminio e a pulirlo, poi a saldare i telai – spiega Alessio -. Dall’alluminio sono passato dopo qualche tempo a fasciare il carbonio. Dal carbonio all’acciaio e dal 2011 il titanio. Maestri? Ugo e suo figlio Doriano. Oggi però vado da solo, con Ugo che non passa giorno che non me lo trovi alle spalle, che controlla e scruta, consiglia e, come l’altro ieri, prende il saldatore e si mette all’opera: credetemi, è ancora uno spettacolo. È un’emozione vederlo all’opera. È proprio vero, la mano non si perde mai …».