La carriera da professionista di Alessandro Pinarello non è ancora cominciata, eppure ha già dovuto fare i salti mortali per garantirsi il diritto di correre. Dopo le tante ipotesi emerse negli ultimi giorni, l’atleta di Giavera del Montello e la sua squadra, la Bardiani-CSF-Faizanè, hanno deciso di percorrere la via probabilmente più dolorosa ma, a questo punto, necessaria: spostare la residenza all’estero. L’Articolo 3 della Normativa per l’abilitazione da Professionista, infatti, obbliga un neoprofessionista italiano ad aver trascorso almeno tre anni nelle categorie giovanili (uno da junior e due da U23), cosa che il classe 2003 Pinarello e il coetaneo marchigiano Giulio Pellizzari non hanno fatto, visto che effettueranno il salto tra i professionisti direttamente dalla categoria junior. (QUI l’editoriale a proposito del direttore Stagi)
«Mi dispiace, è una scelta un po' drastica ma non abbiamo avuto alternative – spiega il giovane Pinarello, che arriva dalla Borgo Molino Rinascita Ormelle dopo aver mostrato un enorme talento tra gli juniores -. La Bardiani-CSF-Faizanè ci teneva molto a cominciare questo percorso con me e Giulio, ma la Federciclismo non ha voluto sentir ragioni nel concedere deroghe o simili. L'unico modo per poter diventare professionisti era spostare la residenza. Abbiamo trovato una soluzione con il domicilio italiano che mi permetterà di continuare a frequentare la scuola (l'Istituto Agrario Cerletti di Conegliano, ndr), perché quest'anno ho la maturità e ci tengo molto a terminare al meglio questo bel percorso. Siamo l'unico Paese al mondo ad avere una regola così obsoleta, è veramente un peccato. Certo, non è il modo migliore per cominciare l'avventura tra i professionisti, ma so di essere circondato dalle persone migliori e, anzi, questo mi dà ancora più carica per fare una bella stagione».
Pinarello e Pellizzari, insieme allo spagnolo Iker Bonillo, saranno i corridori più giovani del gruppo. «Un anno fa non avrei mai pensato di essere un professionista nel 2022 e fino a quando non ho cominciato ad allenarmi coi miei compagni avevo qualche punto di domanda - aggiunge Pinarello, scalatore che si ispira a Chris Froome e Tadej Pogacar e sogna di vincere il Tour de France -. Ma sono contento, perché è una scelta che ho fatto con la mia testa e poi non sai mai quante volte ti capita la possibilità di passare professionista. Con il nuovo progetto giovani della Bardiani-CSF-Faizanè, inoltre, correrò praticamente sempre appuntamenti di livello U23, per cui il passaggio nel mondo dei grandi sarà molto più graduale di quanto possa pensare la gente».
Il giovane trevigiano si sta allenando in questi giorni con l’esperto compagno di squadra Sacha Modolo, che vive a pochi chilometri da casa sua, ed è in attesa di capire bene quale sarà il suo calendario. « Per quanto mi riguarda, quest'anno mi piacerebbe provare a far bene nelle classiche U23 di casa, quindi Belvedere, Piva, Trofeo San Vendemiano. Con la squadra vogliamo crescere gradualmente, senza forzare questo processo. Il grande obiettivo di quest'anno, però, è prendere il diploma e proprio per questo non so se correrò il Giro Giovani che cade nel periodo della maturità. Sto anche riflettendo se provare ad affiancare un percorso universitario alla mia carriera ciclistica».