Il Veneto si dà sempre più al gravel. Il nuovo modo di fare ciclismo sta ormai spopolando in tutto il mondo e anche in Italia cominciano a vedersi progetti sempre più votati alla causa. Il Veneto conta circa 3500 km complessivi di percorsi gravel, 1350 dei quali sono nella Provincia di Treviso; a partire dagli argini del fiume Piave, sono infatti 20 i percorsi che si possono percorrere lungo la rete idrica della Marca, con 80 comuni interessati su 94, lontano dai rumori del traffico veneto e in piena simbiosi con la natura.
Così Massimo Panighel, privato cittadino e appassionato ciclista, appoggiato dall'ente del turismo della Marca ha lanciato online il progetto "Gravel in the land of Venice", un prodotto turistico dedicato alla scoperta del territorio trevigiano e del Veneto attraverso la bicicletta e in particolare il Gravel, per affrontare tutti i tipi di terreno, dalle strade più strette a quelle di montagna, ai boschi e agli argini dei fiumi. Il progetto è stato immediatamente sposato dalla rete di imprese “Cycling in the Venice Garden”: «Secondo il Rapporto dell’Osservatorio sul cicloturismo nel 2020, nonostante il periodo di emergenza sanitaria, i cicloturisti sono stati quasi 5 milioni e hanno generato una spesa di oltre 4 miliardi di euro – ammette Giulia Casagrande, presidente di Cycling in the Venice Garden – Abbiamo ragione di pensare che il cicloturismo sia un elemento fondamentale per la ripresa economica».
I percorsi sono stati disegnati e tematizzati in base ai cinque sensi: arte e cultura, storia, enogastronomia, i profumi della natura e l’impegno fisico. Il tutto potendo contare sulle tracce GPX, in modo da non perdersi tra le tante stradine previste. «Il fenomeno gravel – spiega Panighel – più che una moda è stata una rivoluzione. Percorrendo strade sterrate, strade bianche, brecciolino e sentieri battuti nella natura, pedalare non è più solo sforzo fisico ma è esplorazione e immaginazione».