I novantatré, dicasi 93, li ha festeggiati l’11 novembre scorso, ma la festa gliel’hanno fatta questo pomeriggio. Beppe Drali, uno dei più grandi telaisti della storia del ciclismo ha l’età di Topolino, anche se i suoi occhi sono quelli del furetto. Veloci, scattanti, come le sue mani, che ancora oggi accarezzano catene e pedali, freni e pedivelle, anche se al suo fianco ha ormai da qualche anno il suo “fiulet”, Alessandro, che lo segue e accompagna, con passione e dedizione, come se fosse davvero un figlio.
Fino a qualche mese fa era anche furetto con le sue gambette da brevilineo che lo conducevano dove voleva con piccoli passi leggeri. Poi, questa estate, la frattura del femore. Nessun problema, si è rimesso in sesto come un ragazzino, dopo aver motivato tutto l’ospedale e adesso, con l’aiuto del girello o del bastone, non lo ferma nessuno. «Sto bene, anche se le gambe non sono più quelle di prima – mi dice in milanese, il suo intercalare d’ordinanza -. La festa? Bella, bellissima. Quanta bella gioventù. Mi sono anche lasciato andare e ho mangiato quello che ho voluto. Sa, io digerisco ancora bene…», mi dice con soddisfazione.
La festa nel suo negozio nel quartiere Stadera, a Milano, dove è scresciuto. Dove tutti lo conoscono. Dove ha sempre vissuto e dal quale sono passati un po’ tutti: da Coppi a Magni, da Bartali a Binda. «Sono stato un piccolo sarto, un piccolo meccanico – dice lui con modestia che ha sempre vissuto nel suo piccolo negozio, che lui chiama bugigattolo -. L’Ernest e l’Ugo (Colnago e Ugo de Rosa, ndr), quelli si che sono stati bravi…». E il "bravo" Ernesto Colnago ha telefonato al Drali per fargli gli auguri!
Bravi sono anche i suoi quattro amici, che quattro anni e mezzo fa hanno deciso di dargli una mano, di rilevare il negozio e il marchio per garantire un futuro. «Sono miei figli, quattro persone adorabili, che mi stanno facendo vivere una nuova vita, io che ne ho già vissute tantissime. Per una vita ho lavorato in via Agilulfo – mi racconta -, tra via Chiesa Rossa e via Stadera. Da quattro e mezzo sono qui in via Palmieri, sempre nello stesso quartiere. Giuinott, lu 'lme capiss, vèra? Questi quattro giuinott hanno tanto insistito che io andassi avanti con loro, che non ho saputo dir loro di no».
Quattro amici, quattro imprenditori, quattro manager con una passione vera per le due ruote e che ora sono di fatto l’anima della nuova cicli Drali. «Quello più da curare è un medico - racconta divertito Gianluca Pozzi, amministratore delegato della cicli Drali -. È grazie a lui se abbiamo dato inizio a questa nuova avventura. Il Drali, come tutti lo chiamano in questa zona, voleva chiudere e io, Angelo Mantovani, Robert Carrara e Andrea Camerana abbiamo deciso di investire in un marchio che non può e non doveva scomparire. Abbiamo un sacco d’idee. Alcune le abbiamo già realizzate, altre sono in corso d’opera. La novità? Una nuova App: il Gruppetto (il gruppetto.bike), l’app che ti permette di organizzare giri in bici in compagnia. Insomma, il lockdown ci è servito per pensare e sviluppare idee e adesso stiamo mettendo in moto tutta una serie di azioni. Abbiamo acquistato parte della Emmezeta snc di Alberto Zanasi, il nostro telaista. Poi abbiamo ripensato il catalogo, che ora è di 50 pagine, con una gamma completamente rinnovata e ampliata, oltre ad un sito anche quello tutto nuovo. Non ultimo, anche lo spazio del negozio è aumentato. Abbiamo lo spazio per il traning indoor, uno spazio per il co-working e un altro che in un prossimo futuro consentirà anche un rapido pranzo prima di accingersi a fare sport».
«El varda che cromadüra ammò, giuinott!!», guardi che cromatura, mi indica orgoglioso il Beppino. La sua “Pokerissima” è bellissima e ha ancora il suo perché. «È stato Carlo, mio padre, ad aprire l’officina nel lontano 1925 – prosegue nei suoi ricordi il Drali -. In quel periodo eravamo concessionari della Bianchi. Io ho appreso il mestiere dai grandi meccanici e telaisti di quel periodo come Pinella, il meccanico di Fausto Coppi».
È tutto un ricordo, un rimando, una proiezione nel futuro: «Adesso abbiamo anche una App – dice divertito il Drali -. Una App che i giuinott potranno usare per trovare gli amici per andare in bicicletta. Io ho trovato questi quattro amici senza l’App, e va bene istess».