Caro direttore, non rompere l'anima se ti mando solo una prima botta di righe per commentare il nuovo Giro: per adeguarmi, il resto te lo manderò in cinque comode rate, nell'arco di una settimana.
In questo primo atto voglio dire subito quello che hanno già detto tutti: mai come stavolta è un piacere fare parte del branco e cantare nel coro, un vero piacere, anche perchè odio quelli che fanno i bastian contrari per partito preso, come posa, come ruolo per distinguersi sempre e comunque. Stavolta invece mi trovo benissimo nel flusso di sdegno e di sgomento che ha investito questa pensata geniale della presentazione a singhiozzo: diranno i genialoidi che siamo un pubblico obsoleto e retrivo, incapace di cogliere e apprezzare il nuovo, eccetera eccetera, però sinceramente l'insulto dei genialoidi proprio non mi tocca, nemmeno mi ferisce, perchè questa roba che si sono inventati stavolta è davvero oltre ogni più sgangherata immaginazione, con il solo e accertato risultato di svuotare la presentazione del suo fascino essenziale, cioè la scoperta e la sorpresa di una rivelazione, meglio detta epifania.
Niente, questi brutali e algidi uomini di marketing non tengono più conto di questi fattori sentimentali e poetici, se ne impippano bellamente di qualsiasi rito (se si rileggessero anche solo “Il piccolo principe” intenderebbero meglio cosa intendo dire), vanno giù piatti all'aridità spacciata per novità, risparmiando qualche euro e vendendola come grande intuizione.
In ogni caso, contenti loro contenti tutti. Se chi deve vendere il Giro è felice di sentirsi mandare al diavolo nei cinque continenti, prendiamone atto e andiamo avanti. Passiamo alla sostanza della questione, al nuovo percorso. La mia premessa è sempre la stessa: in tanti anni ho imparato davvero che più del tracciato conta il cast di chi lo affronta, perchè un conto è che si affrontino Froome e Dumoulin (quando lo erano di nome e di fatto), un altro è il duello Geoghegan-Hindley, con tutto il rispetto possibile e immaginabile. Non è da dire che tanta bella gente iscritta sia sinonimo automatico di grande Giro, però è da dire che aiuta molto, almeno come attesa e come prestigio.
Detto questo, il percorso in sé a me piace parecchio. Perchè infila subito l'Etna a fare un po' di pulizie nelle prime classifiche, perchè tocca tutta l'Italia (dopo il vantaggioso Bancomat ungherese), perchè distribuisce il terreno per imboscate un po' ovunque, e poi perchè mi restituisce il Mortirolo, la mia montagna di riferimento, restituendolo nel contempo anche al ruolo e al mito che si merita per pendenze e per storia, benchè ancora giovane e ristretta, tutto sommato.
Il resto a seguire. Come primo singhiozzo a commento della presentazione a singhiozzo, mi fermo qui. Hep. Lo so che a qualcuno può sembrare che io abbia già detto tutto, ma anche questo in fondo è per adeguarmi al protocollo ufficiale: pure gli organizzatori hanno spacciato a singhiozzo un percorso di cui tutti sapevano già tutto. L'importante è recitare la commedia. Se commedia dev'essere, facciamo tutti la propria parte. Fra poche ore, anche i campioni faranno finta di dire la loro su un percorso finalmente noto. Ciascuno con la sua maschera e tutti in scena. Difatti, in platea si piegano in due dal ridere. Hep.