Sonny COLBRELLI. 10 e lode. Fa quello che deve fare con la forza di chi ha forza, con la tenacia di chi è intriso di tenacia, con la volontà di chi è nato per non mollare mai. È uno dei volti più belli del ciclismo italiano, un ragazzo dal cuore grande come il suo sorriso, come il suo cuore e come il suo abbraccio che si portano al petto Adelina, Vittoria e Tomaso. È il manifesto della classe operaia che va in paradiso, dell’atleta serio e scrupoloso al quale mancava sempre qualcosa per spiccare il volo. Ora questo ragazzo d’acciaio della Val Sabbia, non ha più il piombo nei pedali e vola. Freccia tricolore.
Davide CASSANI. 10. Per quello che può valere, perché è chiaro che i titoli europei non valgono in pratica nulla, soprattutto se li vince Cassani (scusatemi, quando vince è merito dei corridori, delle loro mamme, dei loro papà, delle società, dei loro tecnici, insomma di tutti meno che di lui medesimo. Se perde è altrettanto evidente che è colpa sua: questo mi sembra piuttosto chiaro). Lui per non sbagliare fa in modo che per il quarto anno consecutivo un azzurro si vesta di stelle. Non dimentichiamoci che lascia a casa il campione uscente, Giacomo Nizzolo, perché in testa ha solo Sonny Colbrelli. Punta tutto sul bresciano e fa bene.
Remco EVENEPOEL. 9. È un fenomeno e sa di esserlo, forse fin troppo. Non si pone domande, non ha dubbi: si sente forte, perché lo è. Tira come un ossesso, perché ha forza da vendere, ma non ne ha a sufficienza per lasciarsi alle spalle anche Sonny. Poi un brutto gesto, quello dell’ombrello, ma c’è il sole e un cielo a tinte azzurre.
Benoit COSNEFROY. 8. Il 25enne transalpino fa una gran corsa. Non sbaglia nulla, gli manca solo un po' di forza nel finale e deve lasciare quei due là.
Matteo TRENTIN. 10. Fa il regista e non solo gira un grandissimo lungometraggio, ma già che c’è entra nel film per interpretare sé stesso con un cammeo d’autore. È lì, quarto.
Tadej POGACAR. 7. Bisognerebbe solo dirgli grazie: a differenza di tanti suoi illustri predecessori di qualche anno fa, lui nonostante abbia la pancia piena, onora ogni corsa. Non è brillantissimo, ma è brillante. Occhio per il Mondiale e per il finale di stagione, come il Lombardia.
Marc HIRSCHI. 7. Corsa pazzesca, dall’inizio alla fine, e lo svizzerotto è nel vivo, dall’inizio alla fine.
Markus HOELGAARD. 7. Il 26enne norvegese fa una grandissima corsa, poi paga un po’ la fatica.
Ben HERMANS. 8. Non è un novizio ma un attempato signore belga di 35 anni che si fa un mazzo tanto per il pupo Remco. E lo fa alla grande.
Pavel SIVAKOV. 6,5. Fa una buona corsa, ma uno come lui potrebbe fare molto di più.
Mattia CATTANEO. 6. Arriva in azzurro dopo una stagione lunga e logorante. Un dieselone come lui avrebbe bisogno di ben altre corse, questa è troppo esplosiva, corsa alla morte fin dall’inizio, piena zeppa di variazioni di ritmo e lui alla fine il ritmo lo perde quasi subito.
Diego ULISSI. 7,5. Fa un lavoro di grande sacrificio, ma anche di grande sostanza. È l’uomo che deve entrare e creare le fughe: lo fa.
Gianni MOSCON. 6,5. Non dispone di una grandissima condizione, ma fa la sua parte come può e più che bene.
Andrea BAGIOLI. 6,5. Attivissimo nella prima parte, svolge il proprio lavoro con grande attenzione e velocità.
Filippo GANNA. 7. Quando c’è da sgasare lui sgasa, e fa male.
Giovanni ALEOTTI. 6. Il bimbo di casa Italia fa una buonissima prima parte, poi si fa da parte.
Victor CAMPENAERTS. 8. Passista eccezionale, metronomo di prima grandezza, capace di scandire il tempo e recuperarlo. Uomo squadra, che per il Belgio – oggi – vale tutta la squadra.
Nelson OLIVEIRA. 7. Il portoghese si dà un gran daffare fin dalle prime battute. Buonissima gara la sua, in funzione di Joao Almeida (voto 5).
Gino MADER. 4. Alla Vuelta andava come una moto, oggi va a piedi.
Matej MOHORIC. 4. Dato in condizione stratosferica, o pensava al mondiale o pensava alle vacanze.
Peter SAGAN. 4. In un europeo esplosivo e senza respiro, lo slovacco va in affanno quasi subito. Non c’è.
Philippe GILBERT. 4. Chi l’ha visto?
Harm VANHOUCKE. 7. Il belga è il primo a suonare la ricarica in una sfida continentale divertente. Con lui i transalpini Franck Bonnamour e Aurélien Paret Peintre, oltre allo spagnolo Antonio Jesus Soto. È la prima fuga di giornata, ma in questo europeo-centrifuga escono tutti strizzati. Spettacolo!
Maurizio EVANGELISTA. 9. Organizza con il suo Trentino una rassegna Continentale di assoluto livello, mettendo lì un circuito spettacolare ed esaltante, meritevole anche di una rassegna iridata a stretto giro di posta. Bravo lui, bravo David, bravi tutti compreso Maurizio Rossini, Ceo di Trentino Marketing nello sport: nella bicicletta come veicolo di promozione crede ciecamente, perché ha visione.