Primoz ROGLIC. 10 e lode. Centra il quarto successo di tappa e con questo realizza il suo tris di Vuelta consecutivo, impresa riuscita solo a Tony Rominger (1992-1994) e Roberto Heras (2003-2005). I maligni dicono: vince solo il Giro di Spagna. Si, come no, intanto ha anche un oro olimpico della crono e una montagna di corse conquistate in questi ultimi tre anni. In Spagna fa centro con un filo di gas: è di un’altra categoria, lo si vede tranquillamente e serenamente. Nei prossimi anni si dovranno fare ancora i conti con lui: l’uomo che saltava dal trampolino e oggi non fa che saltare sul podio.
Magnus Cort NIELSEN. 9. Il 28enne danese, oltre alle tre vittorie di tappa, oggi ne sfiora una quarta. Questo ha stoffa da vendere. Corridore di spessore.
Thymen ARENSMAN. 8. È l’ennesimo pupo di 21 anni. Nazionalità olandese, maglia della tedesca DSM, rigenerata da questa Vuelta. Un terzo posto di livello, per un corridore che si farà sentire. Chiamatelo AirMan.
Josef CERNY. 7. Il 28enne ceco della Deceuninck Quick Step da ultimo in classifica sfodera una prova a cronometro di livello. Prova da applausi, per un corridore che li merita sempre.
Egan BERNAL. 6. Sesto posto nella crono, sesto posto finale nella generale. Per uno come lui è poca cosa, sarebbe anche da insufficienza piena, ma io la sufficienza gliela do per come si batte, per tutta la Vuelta con volontà e umiltà.
Eric MAS. 8. Arriva alle spalle dello sloveno in classifica e questo è il miglior biglietto da visita per questo maiorchino che ha talento da vendere e ora può solo passare all’incasso. L’importante è che ci creda.
Jack HAIG. 8. Il 27enne australiano del Team Bahrain Victorious lotta per tre settimane con grande determinazione e impegno e alla fine sale sul podio. L’ennesimo podio per questo team rivelazione dell’anno.
Adam YATES. 6,5. Si sbatte un sacco, il britannico della Ineos Grenadiers. Fa di necessità virtù: un po’ per sé stesso, un po’ per Bernal. Molto per la squadra.
Gino MADER. 7. Il 24enne svizzero si danna l’anima per il prossimo, e alla fine si porta a casa anche un quinto posto finale e la maglia bianca. Mica poco.
David DE LA CRUZ. 7. La Uae Emirates orfana di Pogacar si affida a lui, e il 32enne spagnolo non si tira indietro: tira dritto. Buon 7° posto finale.
Sepp KUSS. 8. Il 26enne americano della Jumbo Visma di fa in quattro per la causa. Roglic ringrazia. Lui porta a casa un buonissimo 8° posto.
Guillaume MARTIN. 6. Il 28enne filosofo transalpino della Cofidis soffre non poco, ma nella top ten ci finisce.
Felix GROSSSCHARTNER. 6. Il 27enne austriaco della Bora Hansgrohe parte molto bene, poi aggrappato al manubrio difende con i denti il suo 10° posto.
Odd EIKING. 7. È una delle sorprese di questa Vuelta. Si veste di rosso e in rosso ci resta per sette giorni. Chiude 11°: non è molto, ma nemmeno pochissimo.
Fabio JAKOBSEN. 10. Tris di volate, per un ragazzo che ha visto per davvero - e non solo in modo figurato - la morte in faccia. Torna a livelli impensabili. La sua è una Vuelta sontuosa, dove ci mette la faccia: sorridente e felice.
Damiano CARUSO. 7. Si sbatte per la causa come sempre e più di sempre. Fa suo, con una fuga solitaria di 70 chilometri, il tappone. Insomma, Damiano c’è sempre.
Fabio ARU. 31. Si ferma a soli trentun anni, dopo essere stato in giro per il mondo per sedici. È stato uno dei giovani più vincenti della sua generazione, poi quando c’è stato da confermarsi e fare il salto di qualità, qualcosa si è inceppato. Con lui è stata una bellissima primavera, nella quale è mancata l’estate ed è stato subito autunno. Ci resta il Fabio del Giro, che vince e sale per due volte sul podio della corsa rosa. Ci resta il volo sulle strade di Spagna, e anche quel giallo accarezzato e sigillato da un quinto posto al Tour. Ci resta il suo volo tricolore, di rara bellezza. Ci resta tanto di Fabio, ma non meno è il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato. Adesso una nuova vita, che sarà ancora corsa e competizione: quella di tutti i giorni. Alla sera, quando tornerà a casa, il traguardo sarà sull’uscio di casa, dove ad attenderlo ci saranno la piccola Ginevra e Valentina: le sue miss.
Ciclismo ITALIANO. 7. Andrea Bagioli, Alberto Dainese, Matteo Trentin e Riccardo Minali, sono solo una parte della piccola grande Italia. Si danno da fare, si buttano dentro, ci provano in tutti i modi, con fortune alterne. Ci siamo!
Ciclismo SPAGNOLO. 0. I padroni di casa non sono riusciti a vincere una sola tappa. Alberto Contador è andato oltre: «Se è per questo, nel 2021 i corridori spagnoli non sono riusciti a trionfare neanche al Tour e al Giro. E pensare che nel 2008 vincemmo tutti e tre i grandi giri».