NEWS | 03/09/2021 | 08:02
di Marco Pastonesi
Metti una sera a cena. Chi porta un amico, chi una bottiglia di vino, chi una sbrisolona, chi un erbazzone. E chi porta una maglia iridata. L'ha fatto Learco Guerra, junior ovviamente, il nipote della Locomotiva Umana.
E' successo qualche giorno fa per celebrare il novantesimo anniversario del Mondiale 1931, quello che si disputò a Copenaghen in Danimarca, quello che fu previsto in una sola prova a cronometro, quello che si sviluppava su 172 chilometri in solitudine, quello della vittoria conquistata da Guerra con più di quattro minuti e mezzo sul secondo. La cena si è tenuta a San Benedetto Po, a pochi chilometri dalla natia San Nicolò Po, in una cascina trasformata in sede di museo e luogo di collezioni. A fare gli onori di casa Luca Battesini, fra i commensali - oltre a Learco Guerra junior - anche Fausto Armanini presidente del Comitato provinciale della Federciclo, fra gli ospiti la gloria "glocal" (globale e locale) Edoardo Affini.
Così, fra un piatto e un bicchiere, fra una coppa (nel senso del maiale) e una sella (nel senso delle bici), ecco l'antico maglia di una lana vissuta, di un bianco stinto, di un arcobaleno eterno.
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