Primoz ROGLIC. 10 e lode. Senza rischio non c’è gloria e anche oggi Eric Mas gli fa correre qualche rischio, ma la gloria è tutta per lo sloveno. Troppo forte Primoz, che tiene botta, attende, aspetta, ragiona e negli ultimi micidiali 50 metri fa vedere a tutti chi è il più forte. Perfetto Primoz, come del resto la sua Jumbo Visma. Voleva questa tappa e nessuno riesce a fare niente contro la prepotenza e il talento di questo ragazzo. Senza rischio non c’è gloria: Roglic c’è! Vamos alla Playa!!!
Eric MAS. 9. Ci prova, in tutti i modi, con coraggio e determinazione. Tiene botta, allarga i gomiti, gonfia il petto, ma alla fine, negli ultimi metri finali, nulla può contro la rabbiosa accelerazione di Primoz.
Miguel Angel LOPEZ. 8,5. È l’Angelo custode di Eric Mas. Michelangelo lo segue, lo protegge, lo guida e probabile che lo sproni anche. Fa tanto e bene: ed è lì, nelle prime posizioni.
Jack HAIG. 7,5. Il 27enne australiano del Bahrain Victourius dimostra di essere in palla, di avere una grande gamba. Anche oggi, in vista di domani…
Adam YATES. 6. Sta meglio di Egan Bernal, anche se sembra sempre tirare rapporti troppo lunghi. La verità è che gli Ineos sono sempre in affanno. Sempre e comunque.
Romain BARDET. 6,5. Prova a non perdere il treno, a rispondere alla littorina olandese, e alla fine salva la pelle.
Felix GROSSSCHARTNER. 6,5. Qualche secondo lo deve lasciare per strada, ma la sua è una prova più che buona.
Aleksadr VLASOV. 6,5. Il russo dell’Astana stringe i denti e resta lì, con la nobiltà di questa Vuelta.
Egan BERNAL. 5,5. È chiaro che da lui ci si aspetti ben altro, molto di più, ma per il momento questo è il Bernal che passa il convento.
Christian Odd EIKING. 8. Salva la pelle, salva la maglia, chiudendo con i migliori. Meglio non si poteva sperare. Bravo!
Giulio CICCONE. 5,5. Tanta fatica anche oggi, e qualche secondo perso in questo finale esplosivo e mozzafiato, tutt’altro che banale e scontato. Perde qualche secondo e una posizione in classifica generale. Adesso è 12° a 6’22”.
Michael MATTHEWS. 4. La sua squadra cerca nel finale di portarlo sulla rampa finale nel migliore dei modi, e lui è lì, non si tira certo indietro, ma è poi la strada a respingerlo malamente.
Magnus CORT NIELSEN. 7. Arriva 25°, sfinito e stremato. Perde posizioni negli ultimi interminabili cento metri. Lui fa una corsa pazzesca, da applausi a scena aperta, poi ci sono anche gli altri, e oggi sono tanti e affamati.
Damiano CARUSO. 6,5. Lo si vede sbucare al penultimo gpm per prendersi i punti per la maglia a “pois”. Fa secondo; fa il suo.
Fabio ARU. 5,5. Oggi paga in una tappa davvero elettrizzante, corsa a velocità sostenuta e su un tracciato esigente e mozzafiato: ne esce in uno stato di ipossia. Ma ora può correre a perdifiato.
Edward PLANCKAERT. 6,5. Il 26enne belga della Alpecin-Fenix parte e va, con Jonathan Lastra (Caja Rural-Seguros RGA), Magnus Cort Nielsen (EF Education Nippo), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi) e Harm Vanhoucke (Lotto Soudal). Sono loro ad animare una tappa breve ma bellissima.
Jasper PHILIPSEN. 17. Non si sono ritirati, ma non sono proprio ripartiti. Sono il belga Jasper Philipsen della Alpecin-Fenix, vincitore di due frazioni, colpito da febbre e il basco Alex Aranburu (Astana PremierTech), secondo nella crono inaugurale, per i postumi della caduta ieri nel finale, con 4 punti di sutura applicati al ginocchio. Peccato. La corsa si impoverisce.