Magnus CORT. 10. Il 28enne danese della EF Nippo si porta a casa la vittoria numero 19 in carriera, la quarta sulle strade della Vuelta, e la ottiene al termine di una tappa sontuosa, con un finale esplosivo, dove ha il grande merito di respingere e resistere al rabbioso recupero di Roglic, che forse non infierisce, ma il danese raccoglie quello che aveva con acume e generosità seminato.
Primoz ROGLIC. 10. È il grande favorito e corre con la serenità e la lucidità di chi non ha fretta di strafare e sa di avere un’ottima condizione. Fa il suo, con tempismo e dedizione. Fa quello che molti si aspettano che faccia. Si veste di rosso, anche se lo sloveno non ha ancora deciso di farli neri.
Andrea BAGIOLI. 9. Il 22enne valtellinese della Deceuninck-Quick-Step si porta a casa un terzo posto di assoluto valore e peso. Questo ragazzo ha stoffa, talento e temperamento. Ha tutto per poter spiccare il volo e, anche lui, è pronto per entrare nel club esclusivo dei ventenni d’assalto. Insomma, ci siamo anche noi!
Aleksandr VLASOV. 7,5. Il 25enne russo dell’Astana Premier Tech c’è. Oggi attento ed efficace, resta lì nel vivo della corsa fino alla fine.
Enric MAS. 7,5. Zitto zitto lo spagnolo della Movistar è lì nelle zone alte, in attesa della tappa di domani: 3700 metri di dislivello, per una tappa che sistemerà molte cose.
Michael MATTHEWS. 6. Per costanza e piazzamenti è super: è sempre lì. Oggi il traguardo esplosivo lo favorirebbe, ma ci arriva con le gambe troppo cariche di acido lattico.
Egan BERNAL. 6. Si difende su un traguardo esplosivo, da veri dinamitardi. Lui è più adatto ad altri tipi di traguardi, con altre pendenze, con altri chilometraggi. Domani, per il colombiano della Ineos Grenadiers è il giorno della verità.
Alejandro VALVERDE. 7. Cosa gli vuoi dire? Va come un treno, ancora, ancora adesso, anche a 41 anni suonati. Lui è l’uomo simbolo di un certo ciclismo senza tempo, è il simbolo della Movistar, che al momento ha tre uomini nelle prime quattro posizioni.
Miguel Angel LOPEZ. 5,5. Il pittore non è chiaramente un imbrattatele e nemmeno un imbianchino, ma per il momento le sue rappresentazioni sono ancora schizzi, non opere d’arte.
Giulio CICCONE. 5,5. Paga qualche secondo, su un traguardo tosto e carogna come pochi. Ma per il capitano della Trek-Segafredo l’importante è restare lì, in zona, i conti si fanno più avanti. Per ora, i conti tornano.
Adam YATES. 5,5. È chiaro che la strada, anche oggi, sta dicendo che il capitano della Ineos è Bernal e lui un’ottima alternativa.
Fabio ARU. 6,5. E anche oggi la porta a casa, e pure discretamente bene. In un finale incandescente e indiavolato il sardo ne esce comunque senza scottature. È 10° in classifica generale e domani si vedrà…
Mikel LANDA. 5. Dovrebbe essere la sua corsa, al momento è tutta una rincorsa.
Kenny ELISSONDE. 5. Il transalpino ha la maglia rossa sulle spalle, ma fa davvero poco per difenderla.