Jasper PHILIPSEN. 10. Seconda vittoria in carriera alla Vuelta, quarta vittoria stagionale per il ragazzo della Alpecin Fenix che non ha rivali. Che vince nettamente, con assoluta autorevolezza.
Fabio JAKOBSEN. 6. Si vince con grande facilità il traguardo volante, ma poi si fa trafiggere nella volata che conta, nonostante i suoi lupacchiotti gli preparino una grandissima volata. Gli manca poco, pochissimo, arriva lì, ma tra il vincere e il perdere c’è una storia.
Michael MATTHEWS. 5,5. È regolare, nelle sconfitte. Gli manca sempre qualcosa, non certo il colpo d’occhio che ha eccome. Manca di esplosività: la sua arma.
Juan Sebastian MOLANO. 5,5. Gli Uae così come Matteo Trentin (voto 8) gli apparecchiano per benino la volata e lo mettono lì, in rampa di lancio, quando poi il colombiano si spegne.
Alex ARANBURU. 6,5. Dopo una grande crono, prova a fare anche una grande volata, ma è buona, non buonissima.
Riccardo MINALI. 6,5. Un più che onorevole 8° posto di tappa per il figlio d’arte che si butta tutto solo in mezzo a quel nugolo di marpioni che non sono né docili né tantomeno inappetenti. Il veronese si arrangia ed è il miglior preludio per un ragazzo che ha solo bisogno di correre per accumulare confidenza e convinzione.
Arnaud DEMARE. 4. La squadra c’è, Guarnieri anche, ma lui no, si perde in mezzo ai flutti di un gruppo spaccato anche da una caduta nel finale. Una squadra disunita, che fatica a tenersi a fianco il suo capitano, che chiaramente sta attraversando una stagione fin qui non propriamente felice.
Diego RUBIO. 8. Il 30enne spagnolo della Burgos-BH prende e va subito via, fin da Km 0, con Sergio Martin (Caja Rural-Seguros RGA) e Xabier Mikel Azparren (Euskaltel-Euskadi). Azparren è il primo a mollare, poi Rubio resta da solo. A lui chiaramente va il voto più alto, ma anche i suoi due compagni, prendersi la briga di andare in fuga sotto il solleone non è chiaramente da tutti.