Primoz ROGLIC. 10 e lode. È l’uomo da battere? E lui si porta avanti con il lavoro, stritolando tutti con facilità estrema. Dopo l’oro olimpico, tutto quello che fa e tocca è d’oro.
Alex ARANBURU. 10. Il basco dell’Astana PremierTech fa una crono sontuosa e mostruosa. Il 10 è anche per il suo sorriso, bello e pieno, che la dice tutta: perdo proprio all’ultimo, ma che dire? Sono stato bravo lo stesso. Ed è così.
Jan TRATNIK. 9. Non c’è Taddeo? Ci pensa Jan a tenere ancora più in alto la bandiera della Slovenia: due nei primi tre. Non male.
Tom SCULLY. 8. Il 31enne pistard neozelandese della EF-Nippo fa registrare una grandissima crono. Bravo!
Josef CERNY. 7,5. Il ceco della Deceuninck va di fretta: buona prova!
Dylan VAN BAARLE. 7. Il 29enne olandese della Ineos Grenadiers dimostra una volta di più di essere uomo veloce, affidabile e di far parte di una squadra che sulla carta sembra particolarmente attrezzata.
Andrea BAGIOLI. 8,5. Il 2enne valtellinese della Deceuninck si porta a casa un 7° posto di livello. Bell’inizio, per un ragazzo che nei Grandi Giri è proprio all’inizio.
Sep KUSS. 7. È lì, nelle zone alte, non si fa sorprendere, ma può essere sorpresa.
Aleksandr VLASOV. 8. Il 25enne russo dell’Astana chiude nella top ten: ha tutto per puntare alla top-five.
Romain BARDET. 7. Il transalpino si porta a casa un buon tempo: tra gli uomini di classifica è tra quelli che meglio assorbe questa prova contro il tempo. Perde solo 17” da Roglic.
Adam YATES. 7. Il britannico della Ineos Grenadiers al suo primo Grande Giro della stagione fa mica male.
Michael MATTHEWS. 8. Ci prova, per restare lì in zona maglia e fa una bellissima crono.
Alberto DAINESE. 7. Il 23enne padovano della DSM si palesa alla Vuelta e sul traguardo deve anche evitare un cane: gallo!
Giulio CICCONE. 6,5. Prima uscita da capitano per l’abruzzese della Trek Segafredo. Perde 7” da Yates: non male. Assolutamente non male.
Egan BERNAL. 5. Fa peggio di Ciccone, lui che a cronometro, almeno sulla carta, è molto più competitivo. Lascia a Roglic 27”: ora valli a recuperare!
Alejandro VALVERDE. 15. Quarantuno anni, 15° Vuelta, una vinta (2009), 11 piazzamenti nei dieci, con 3 secondi e 3 terzi. Una leggenda. Che altro dire?
Mikel LANDA. 5. Se la prende comoda e non rischia niente. Fa le curve a spazzaneve, rilancia la bicicletta con cura, cerando di non rovinare gli pneumatici. Tra gli uomini di classifica che ambiscono a qualcosa di buono, perde troppo.
Clement CHAMPOUSSIN. 6,5. Occhio a questo ragazzo transalpino della AG2R Citroen. Ha talento da vendere.
Damiano CARUSO. 7.Ridendo e scherzando, il siciliano della Bahrain Victorious parte piuttosto bene. Non è una novità.
Fabio ARU. 10. Parte da Burgos sperando di arrivare a Santiago de Compostela, il prossimo 5 settembre. Ultimo giro di giostra. Ultimo Giro, che in Spagna chiamano Vuelta, che per giunta Fabio ha fatto sua nel 2015. Ha l’età giusta per ritirarsi, 31 anni, quando generalmente i grandi campioni come Hinault o Merckx, Saronni o Indurain hanno chiuso le loro carriere alla soglia dei 32/33 anni.
C’è solo un rammarico in questo addio in corsa: nelle ultime quattro stagioni si è trovato a correre contro sé stesso, più che contro i propri avversari. Si è trovato ad inseguire un futuro che non c’è mai stato. Era l’uomo sul quale puntare per il dopo Nibali, invece, dopo due podi al Giro (3° e 2°), una vittoria alla Vuelta e un 5° posto al Tour, si è bloccato perdendosi tra le nebbie di guai fisici e torbidi pensieri che gli hanno tolto leggerezza e intossicato l’animo.
Solo una settimana fa l’avevamo salutato con affetto per il suo secondo posto in classifica generale alla Vuelta Burgos. Tutto lasciava presagire ad una buona Vuelta, che per lui sarà in ogni caso buona. Correrà con la leggerezza di chi sa che sta per chiudere una parentesi di vita.
Scende di bici e, come ebbe modo di dire e scrivere Albert Einstein, è anche consapevole che le persone più felici non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. Fabio di strada ne ha percorsa tanta, e ancora molta ne percorrerà. Non più con a fianco una squadra, ma con Valentina e Ginevra: molto di più.