Nonostante la delusione di non aver potuto prendere parte ai Giochi Olimpici per colpa del covid, Simon Geschke non perde il buon umore. Il tedesco, isolato nella stanza di un hotel covid dal 23 luglio al 1° agosto, costretto a saltare la prova in linea, ieri ha twittato: «Fine del viaggio più inutile della mia carriera, super eccitato di uscire dalla quarantena e volare a casa oggi. Ho vissuto impacchettato in una valigia per 6 settimane. E proprio quando pensi che le cose inizino ad andare meglio... arrivi all'aeroporto e non vendono birra».
Il 35enne tedesco ora ci scherza su, ma ha passato giornate difficili in Giappone. Tokyo2020 sarà un'esperienza che difficilmente potrà dimenticare. «Finestre chiuse a chiave, sono autorizzato a lasciare la stanza solo 3 volte al giorno, c'è un altoparlante sul soffitto con cui mi svegliano alle 7 del mattino per controllare la mia temperatura corporea. Questa è (spero) la situazione più vicina all'essere in prigione che mai proverò» raccontava sui suoi canali social durante le lunghe giornate in isolamento, tra un piatto di riso in bianco e una seduta di allenamento sui rulli.
Non ha potuto giocarsi una medaglia olimpica, ma la battuta che ha fatto quando era in arrivo un tifone sull'area interessata dai Giochi è da medaglia d'oro. «Beh, converrà che resto chiuso nella mia stanza» aveva ironizzato Simon, a cui ora auguriamo un buon ritorno a casa.
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