Questa volta gliel’hanno tirata, lui che è sempre stato piuttosto scaltro e capace di capire le situazioni. Chi gliel’ha tirata si chiama Alessandro, chi è stato messo nel mezzo ma alla fine era contento e commosso come un bimbo si chiama Giovanni. Entrambi hanno un cognome riconosciuto e riconoscibile nel mondo del ciclismo: Battaglin.
Ieri sera doveva essere una delle tante cene che il buon Giovanni, l’uomo del Giro di Spagna e Giro d’Italia in 48 giorni da leggenda del 1981, fa di tanto in tanto con la sua famiglia. Ieri era un giorno speciale per il campione di Marostica e il figlio Alessandro in un certo qual modo una partita a scacchi per non svelare la sorpresa l’ha fatta anche lui.
Tutti a cena a «La Rosina” di Gaetano Lunardon: Alessandro, la moglie Ida, la signora Sonia, la sorella Francesca e lui, naturalmente, Giovanni Battaglin, 70 anni ieri. Ma la sera non era per pochi intimi, era una festa con tante sorprese, con alcuni amici di sempre, con i quali Giovanni ha attraversato il mondo. Davide Boifava, Guido Bontempi, Massimo Ghirotto, Bruno Leali, Luciano Loro, Simone Fraccaro, Dorino Vanzo, l’uomo dalle mani d’oro Bruno Vendemmiati, il danese Per Bausager. «Mi hanno fatto una sorpresa incredibile - dice oggi Giovanni, dopo aver superato l’emozione -. Alessandro e la mia famiglia mi hanno fatto una cosa bellissima. Non me l’aspettavo assolutamente, ma è stato il regalo più bello. Il più gradito. Grazie ancora a tutti, per quello che mi hanno dato e, spero, ancora mi daranno».