Pronto a sfilare in testa alla squadra italiana durante la Cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici, portabandiera insieme alla tiratrice Jessica Rossi, Elia Viviani ha rilasciato una lunga intervista a Eurosport Italia nel Velodromo di Montichiari, la casa del ciclismo italiano su pista, prima di partire per Tokyo. Seguono le sue principali dichiarazioni:
PORTABANDIERA - È una carica importante e un ruolo di responsabilità: lo farò da primo ciclista italiano della storia alfiere della squadra olimpica. Ne sono felice e orgoglioso per “Elia persona”.
2021 – Dallo spavento di inizio anno per l’operazione al cuore, ai primi successi su strada dopo quello zero del 2020: è accaduto quando già sapevo che sarei stato portabandiera.
OMNIUM - Ho vinto l’omnium di Rio 2016 e lo difenderò a Tokyo con un format molto diverso, più tattico, ma pur sempre la disciplina più completa del ciclismo su pista: a inseguimento, contro il tempo e di gruppo, ci vogliono tattica, tecnica, sprint e resistenza. A Tokyo si farà tutto in un giorno: quattro prove “meno da specialisti”, che però non mi penalizzano. L’omnium è da sempre una gara in continua evoluzione.
MADISON - Finalmente è stata reinserita nel programma olimpico perché dev’esserci: non può mancare una specialità così storica, la prova più lunga, che si corre in coppia dandosi i cambi: sarò in pista con Simone Consonni dopo un anno vissuto insieme anche su strada per migliorare la nostra affinità.
QUARTETTO - È cresciuto tantissimo, abbattendo il muro dei 4 minuti per la prima volta in Italia: dopo il mio oro olimpico, la Nazionale pista ha avuto un grande seguito e ciò mi rende molto orgoglioso: ci saremo io e Filippo Ganna con l’obbiettivo medaglia da giocarci contro il tempo.
PISTA FEMMINILE – Sono ragazze giovanissime con le nostre stesse opportunità: Letizia Paternoster, Elisa Balsamo, Rachele Barbieri… Che hanno già portato titoli europei e mondiali… E tutti insieme a Tokyo ci giocheremo 6 medaglie.
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