C’era anche Franco Pellizotti quando la polizia francese, è entrata nell’albergo della Bahrain Victorious lo scorso mercoledì sera. Dopo la tappa con la salita del Col du Portet, i corridori stanchi hanno a avuto a che fare con la polizia. Pellizotti, dopo aver smesso l’attività agonistica, è diventato un bravo direttore sportivo e in ammiraglia segue i corridori della squadra con la quale ha corso anche lui fino al 2018.
«Siamo arrivati in hotel e c’era la polizia che ha preteso di guardare dentro le nostre camere e salire sui nostri mezzi». Questo è quanto è accaduto nelle prime fasi della serata di mercoledì quando la squadra era in hotel e alcuni corridori, stavano già facendo i massaggi. «Non c’è stato mostrato nessun documento o un mandato, anche quando noi abbiamo chiesto di mostrarci qualcosa. Non abbiamo ricevuto nulla di scritto e per alcune ore la polizia è rimasta nel nostro albergo e poi sono andati via». A nessuno della squadra era stata data una motivazione su quell’irruzione e ad oggi quello che si sa, a tre giorni da quello spiacevole episodio, è quanto pubblicato dall’agenzia Reuters, ovvero che esiste un’inchiesta francese, avviata lo scorso anno, nata per incastrare corridori che fanno uso di doping. Indagine aperta dalla Procura di Marsiglia e nello specifico si fa riferimento ad un comunicato, che specifica l’apertura di un’inchiesta in data 3 luglio, sulla possibile acquisizione e trasporto e possesso di una sostanza o metodo proibito utilizzato all’interno della squadra.
«So che hanno voluto i file di allenamento di tutti i ragazzi dell’intero anno. Adesso non so come stiano andando avanti le procedure, perché sono gli avvocati della squadra che si stanno occupando di questo, ma all’arrivo della polizia e per tutto il tempo che sono rimasti non ci hanno fornito nessun documento che giustificasse la loro presenza nel nostro albergo o che spiegasse cosa stessero cercando».
I ragazzi quella sera hanno dovuto interrompere i massaggi e sono dovuti uscire dalle loro stanze. Il tempo perso in qualche modo sono riusciti a recuperarlo, ma certamente quella sorpresa non ha messo di buon umore i corridori, increduli di fronte a ciò che stava accadendo. «Sono stati portati via i cellulari e i computerini di tre dei nostri corridori e poi la polizia ha chiesto di portare via i computer e cellulari del nostro medico e del nostro allenatore, che però si sono opposti. Non essendoci un foglio ufficiale che obbligasse il nostro staff a consegnare quel materiale, per andare incontro alle operazioni di polizia, visto che non abbiamo nulla da nascondere, i militari hanno scaricato i dati di computer e telefoni, poiché sia il medico che l’allenatore hanno bisogno di quei mezzi per poter lavorare con i ragazzi, mentre i cellulari dei corridori sono stati portati via». Il medico in questione è Marjan Korsic, ed è l’unico a cui la polizia ha chiesto di presentarsi in commissariato per parlare in forma ufficiale. Il medico ha messo a disposizione degli inquirenti tutti i dati in suo possesso, nella speranza che presto venga presto chiarito tutto.
«Certamente per nessuno di noi è stata una situazione piacevole. Noi pensiamo solo alle corse e mi dispiace per come hanno trattato i ragazzi, perché per il tempo che la polizia è rimasta da noi, nessuno poteva più muoversi. A nessuno dei direttori sportivi è stato chiesto di fornire del materiale in nostro possesso. I corridori non sono abituati a questo trattamento e anche per noi questa prassi è del tutto inusuale». F
ranco Pelizzotti e i suoi ragazzi vogliono dimenticare presto quello che è successo. Sono qui per correre e fare bene e se dovesse esserci qualcosa da chiarire, saranno gli avvocati a farlo per vie legali. «Siamo stati spesso controllati, in modo random tutti i corridori sono stati sottoposti a controlli antidoping e non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema. In ordine hanno controllato una volta due corridori, poi uno e ancora una volta due, tre e poi di nuovo due ma è questa una prassi normale in un grande giro. Sono stati eseguiti i famosi controlli a sorpresa, gli stessi che vengono fatti quando i corridori sono a casa e che poi vengono riportati nel passaporto biologico. Questi sono controlli normali che vengono fatti sempre in un grande Giro».
Pelizzotti ha voluto chiarire la sua posizione e quella dei suoi corridori. «Stiamo affrontando un bel Tour de France, e con la vittoria di ieri è arrivata la migliore risposta da parte della squadra. Siamo venuti a questo Tour per correre e fare bene e continueremo a farlo fino a Parigi, perché questo è il nostro lavoro. I ragazzi all’inizio non erano contenti di quanto accaduto e ne abbiamo parlato, ma già da giovedì mattina erano super motivati e con la voglia di correre e io sono felice per la loro risposta e in corsa si è visto, hanno lottato dall’inizio e fino all’ultimo chilometro».