Tadej POGACAR. 10. La prima accelerazione a 8,5 km dal traguardo, la seconda cinquecento metri dopo. La terza rasoiata a 2,1 km. La quarta a 1,7 km, prima della progressione finale per la vittoria. La voleva, l’ha costruita e se l’è presa. È un campione e i campioni ragionano così, fanno così. La tappa regina la voleva il Re di questo Tour e lui non fa sconti e regali: niente di niente. Il Tour è in pratica chiuso: la catena è stata messa dopo una sola settimana di corsa, il lucchetto l’ha messo oggi. C’è solo da girare la chiave. Tour blindato. Ah, già, ci sarà anche la crono. Per due passerelle: sia a Saint-Emilion che a Parigi. Come dite: c'è anche domani?. Si certo...
Jonas VINGEGAARD. 9. Il 24enne danese è ormai una certezza. Gambe forti e cervello fino: un altro talento assoluto, che non andrà chiaramente più a fare da spalla di Roglic. Ha tutto per spiccare il volo, per provare a correre in proprio. È danese, il paese delle favole, ma questa è una bellissima realtà.
Richard CARAPAZ. 9. Risponde al pari del ragazzino danese alle quattro rasoiate del bimbo sloveno e ai -1,3 km dal traguardo la “locomotora del Carchi” ci molla anche lui una bella progressione.Un attacco vero e autentico, che fa male anche al bimbo sloveno, che resiste e insiste, prima di sprintare verso la vittoria. Per l’ecuadoriano una sconfitta d’onore, che tiene alto anche il nome del nostro Giro. Lassù, in cima al Tour, sventola anche una bandiera rosa.
David GAUDU. 7. Tiene alto l’onore transalpino nella festa dei francesi. Porta a casa un quarto posto finale, che lo fa risalire all’11° posto nella generale, anche se per la “top ten” sarà dura, perché Pello Bilbao va forte, molto forte.
Ben O’CONNOR. 8. Il 25enne australiano della Ag2r Citröen La Mondiale, vincitore della tappa di Tignes, è lì e non molla. È la vera sorpresa di questa tappa, di questo Tour. Adesso è a soli 17” da Uran, per la 4° posizione nella generale. Per la formazione transalpina un risultato di assoluto livello, a prescindere da tutto.
Wilko KELDERMAN. 6,5. L’olandese della Bora Hansgrohe si difende come è solito fare, senza concedere nulla allo spettacolo. È un eccezionale regolarista e come tale resta là, nelle posizioni di avanguardia.
Pello BILBAO. 7,5. Lo spagnolo della Bahrain Victorious sorprende anche oggi, chiudendo con un 7° posto assoluto livello. A questo punto può solo salire qualche altro gradino.
Rigoberto URAN. 5. Ci prova, ma poi deve alzare il piede dall’acceleratore e proseguire col suo passo. Si difende anche grazie al prezioso lavoro di Sergio Higuita (voto 8). Tra gli uomini di classifica è quello che perde di più. In particolare perde il podio, forse in maniera definitiva. Ma con “Rigo”, mai tirare la riga.
Dylan THEUS. 7. Dylan suona senza steccare. Il belga del Team Bahrain va su col suo passo: ma che passo.
Alexey LUTSENKO. 5. È tra i primi a staccarsi sulla salita finale, la sua non è una corsa in linea, ma una cronometro: fa da solo, e alla fine si difende, senza sprofondare.
Eric MAS. 5,5. Subisce quasi subito, ma non naufraga, in una giornata difficile per lui.
Guillaume MARTIN. 5. Mai in gioco, sempre sulla difensiva. Ha come punto di riferimento Louis Meintjes e ho detto tutto.
Mattia CATTANEO. 5. Paga troppo, anche oggi, e probabilmente se domani non si inventa qualcosa di speciale, per provare a recuperare il tempo perso di oggi, deve dire addio a sogni da “top ten”. È a 4’ da Goudu, che è 11°. A quasi sette da Bilbao. Non sarà facile.
Anthony PEREZ. 6,5. Il 30enne transalpino di Tolosa oggi fa in ogni caso una tappa pazzesca. Il ragazzo della Cofidis non si risparmia neanche un po’, ma sull’ascesa finale, con la muta di scatenati alle sue spalle, non può che arrendersi all’evidenza: quelli là praticano un altro sport.
Rafal MAJKA. 7,5. C’è da supportare e scortare il reuccio del Tour e il polacco lo fa con la consueta abnegazione.
Brandon MCNULTY. 8. Il 23enne americano della UAE Emirates fa un lavoro pazzesco, per tenere il ritmo, il controllo della corsa e per mettere fatica nelle gambe degli avversari. Lavora per spianare la strada al suo capitano in maglia gialla, e lo fa quando la strada sale.
Dorian GODON. 6,5. Il 25enne della Ag2r Citröen entra nella fuga di giornata, in compagnia di Lukas Postelberger (Bora-Hansgrohe), Anthony Perez (Cofidis), Danny Van Poppel (Intermarché - Wanty - GobertMatériaux), Anthony Turgis (Team Total Energies) e Maxime Chevalier (B&B Hotels p/b KTM). Ha il merito di restare nel vivo della corsa fin quasi alla fine.
Pierre ROLLAND. 6. L’esperto corridore transalpino della B&B Hotel prende e va, sin dai primi chilometri. Spera che qualcuno osi quanto lui, ma lo lasciano là davanti da solo, prima che si lasci risucchiare in gruppo, come le onde del mare sulla battigia.
Steven KRUIJSWIJK. 17. Il 34enne olandese del Team Jumbo-Visma è costretto ad abbandonare la corsa in seguito ai postumi di cadute e febbre. Lunedì, giorno di riposo. Con la febbre. Oggi dopo soli 30 km ha dovuto alzare bandiera bianca. Tour parecchio sfortunato.