Giorno di riposo al Tour de France e Tadej Pogacar, con la sua maglia gialla, come da prassi ha tenuto la sua conferenza stampa prima del via dell’ultima settimana. La corsa oggi ha riposato e anche il campione sloveno ha avuto un po’ di respiro, prima dell’ultima e terribile settimana che deciderà chi a Parigi sarà il vincitore assoluto.
Tadej Pogacar, che ha un vantaggio di oltre cinque minuti sui suoi rivali a sei giorni dalla fine della Grande Boucle, in questo giorno di riposo ha voluto parlare dell’ultima settimana, di come affrontarla, ma anche di quei sospetti che sempre di più cercano di mettere un’ombra sulla sua immagine. «La condizione nel complesso è buona ma è logico che ci sia della stanchezza – ha detto la maglia gialla -. Ho sofferto il caldo in questi ultimi giorni. Non ho dormito molto bene per diverse notti e ho avuto dei fastidi a causa di alcune scottature».
Il Tour de France ha cambiato i suoi scenari e dal freddo e la pioggia delle Alpi è passato al caldo della Provenza, ma da domani si cambierà ancora perchè ci saranno le tappe più dure, quelle sui Pirenei. «Questa mattina ho fatto un breve allenamento di un'ora per schiarirmi le idee e godermi la natura di Andorra. Non vedo l'ora di attaccare sui Pirenei per mettere alla prova le mie gambe su quelle salite».
Domani si partirà da Pas de la Case per andare a Saint Gaudens con tre salite importanti. Mentre il giorno dopo da Muret si andrà a Saint-Lary Soulan, con il temuto arrivo al Col du Portet. «Se avrò l'opportunità di continuare ad aumentare il mio vantaggio lo farò, perché non si sa mai cosa può succedere dopo. In una brutta giornata, tutto può accadere. Le tappe 17 e 18 saranno molto difficili, ma domani verso Saint-Gaudens potrebbe succedere qualcosa di imprevedibile. Sul Ventoux, per esempio, ero al limite quando Jonas Vingegaard mi ha attaccato, ho provato a seguirlo ma sono esploso, ero al di sopra delle mie possibilità. Sono stato un po' più sulla difensiva negli ultimi giorni, vedremo come mi sentirò sui Pirenei, ma se vedrò un'opportunità, non me la farò sfuggire».
Tadej Pogar è il signore di questo Tour de France. Rispetto allo scorso anno ha corso in un modo diverso, ha vinto e vestito la maglia gialla già nella prima settimana ed è sempre stato davanti per controllare la corsa, anche da solo, senza compagni di squadra che potevano aiutarlo. Questo suo modo straordinario di correre però, da qualcuno viene mal visto e, come spesso accade, non sono mancate insinuazioni sulle sue capacità.
«Vengo da una buona famiglia che mi ha educato bene e non mi ha mai insegnato a prendere scorciatoie – ha tuonato Pogacar per rispondere alla domanda su quei dubbi che alcuni stanno alzando -. Il ciclismo ha un passato pesante, ma non ho preparato una risposta per questa domanda. Accetto i dubbi ma non so cosa dire. Mi piace solo salire sulla mia bici e fare quello che mi piace. Tutto quello che posso fare per rispondere è parlare con il mio cuore e dire che vengo da una buona famiglia che mi ha educato bene e non mi ha mai insegnato a prendere scorciatoie». Le domande si fanno insistenti e qualcuno chiede al campione sloveno, se sarebbe disposto a rendere pubblici i suoi dati. Ma il giovane Tadej non si lascia intimorire dalle penne affilate della stampa e a suo modo è sempre stato in grado di trovare le risposte giuste.
«Ho già risposto più volte a questa domanda. Mi piacerebbe farlo, forse un giorno lo farò, ma non so se questo cambierebbe qualcosa. Per vincere il Tour, devi produrre più watt possibili, tutto qui. La pubblicazione dei miei dati potrebbe influenzare le tattiche di gara in quanto i miei avversari vedrebbero di cosa sono capace in determinate situazioni. Non credo che gioverebbe a qualcuno».