In un Tour de France molto duro, Vincenzo Nibali ancora una volta ha dimostrato di essere l’italiano migliore e oggi, sul traguardo di Andorra, è arrivato 11° insieme al gruppo dei più forti. Nibali lascerà il Tour de France: lo aveva già detto la scorsa settimana a Tignes, che avrebbe lasciato la corsa al termine della seconda settimana. Questa scelta è stata fatta per poter ultimare la sua preparazione in vista delle Olimpiadi di Tokyo. «Non solo il finale della tappa, ma tutta la tappa è stata molto difficile oggi – ha detto Nibali al termine della corsa –. Eravamo anche stanchi della giornata di ieri, dove abbiamo vinto con Mollema e le energie oggi erano meno per riprovarci». La Trek-Segafredo ieri aveva conquistato la corsa con una bellissima vittoria in solitaria di Bauke Mollema, che avevamo visto nel gruppo dei migliori altre volte. La frazione di oggi con arrivo ad Andorra è stata molto difficile, ma il siciliano ha dimostrato di avere testa e gambe per essere al comando della tappa.
«C’erano più di 4000 metri di dislivello ma siamo riusciti ad entrare in fuga con Julien Bernal e Kenny Elissonde, poi quando siamo arrivati nel finale della gara abbiamo pensato di fare ritmo, a ruota si stava bene e pensavamo di poter controllare la gara nel modo migliore». La giornata è stata dura ma nel finale gli attacchi non sono mancati e le energie le hanno perse un po’ tutti. L’americano Sepp Kuss, ha deciso di attaccare e solo Valverde è riuscito a stare alla sua ruota. Tra i corridori che volevano vincere c’era stato anche Nairo Quintana, che però non è riuscito a fare la differenza.
«Quando abbiamo preso l’ultima salita, ognuno ha giocato le proprie carte e il gruppetto con cui eravamo andati si è rotto. Anche Quintana ha provato ad attaccare e dopo ha pagato a caro prezzo la sua azione e questo è successo anche alla maglia a pois. Abbiamo corso bene e c’è stata molta fatica. Abbiamo voluto spingere un po’ anche per vedere come stava la gamba e ho capito che la situazione è un po’ così e così». Il Tour de France per Vincenzo Nibali si è concluso oggi e domani lascerà la corsa per prepararsi alle Olimpiadi di Tokyo, dove è uno dei cinque convocati, insieme a Gianni Moscon, Giulio Ciccone, Alberto Bettiol e Damiano Caruso.
«Sappiamo che ci saranno corridori molto forti e dobbiamo tenerli in considerazione. Noi andremo con una squadra con diverse punte con Bettiol e Moscon che potranno fare veramente bene, ma anche Giulio Ciccone, che all’ultimo Giro d’Italia ha corso bene anche se siamo stati veramente sfortunati. Non dobbiamo dimenticarci poi di Damiano Caruso. Abbiamo un gruppo compatto che sa lavorare bene insieme». Il percorso della gara olimpica sarà difficile e i ruoli ancora non sono stai definiti. Sicuramente Nibali sarà l’uomo di esperienza, capace di adattarsi a diverse situazioni in corsa.
«Dobbiamo vedere anche per me che tipo di ruolo ci sarà, perché la gara sarà molto lunga e non sarà facile da gestire. Non so che ruolo avrò ma posso dire che ogni posizione è importante sia all’inizio che alla fine della corsa. Quando ho fatto la mia prima olimpiade ero stato messo a tirare e quando la corsa esplosa sono entrati in gioco gli altri e il mio compito era finito».
A Tokyo non si scherzerà e non sarà facile rimanere in corsa, perché il percorso avrà 5000 metri di dislivello. «Bisogna ricordare che un’Olimpiade si corre solo con 5 uomini e serve esperienza e anche il giorno prima potrebbe salire l’emozione e la sera rischi di non dormire, quindi bisogna essere cauti e saper dosare tutto. Van Aert potrebbe essere il favorito ma non ci sarà soltanto lui».