Sepp KUSS. 10. All’americano della Jumbo Visma è sufficiente una progressione di quelle ben fatte per mettere in chiaro chi è il più forte. Un americano torna a festeggiare sulle strade di Francia con autorevolezza dopo un decennio. Questo 26enne scalatore a stelle e strisce ha tutto per poter un giorno pensare in grande: ha cominciato già a farlo.
Alejandro VALVERDE. 10. Ma cosa gli si vuole dire? Io resto a bocca aperta, davanti a cotanto talento. Per la 96° volta piazzato, il primo dei battuti, ma Don Alejandro a 41 anni suonati ha ancora da dire e zitto a Tokyo non ci resterà di certo.
Wout POELS. 9. L’olandese del Team Bahrain si prende la maglia a pois e si porta a casa un piazzamento tutt’altro che banale. Mena come un fabbro, con talento chirurgico.
Ion IZAGUIRRE. 7. Ci prova, resta nel vivo della corsa fin che può, fino alla fine.
Ruben GUERREIRO. 7. Il portoghese ha voglia di fare qualcosa di buono, ma c’è chi ha più voglia.
Nairo QUINTANA. 6. Vuole la tappa, vuole la maglia a pois, vuole lasciare il segno, ma di clienti scomodi nel gruppetto di testa ce ne sono quanti se ne vuole. Alla fine non porta a casa nulla, se non il trofeo per la cima più alta del Tour (il souvenir Henri Hesgrange, la nostra cima Coppi, posto all’Envalira, quota 2400), ma non importa: ci ha provato.
David GAUDU. 6,5. Nei giorni scorsi tanta sofferenza, qualche problema intestinale, oggi risolto. Anche lui è nelle zone alte della tappa: se lo merita.
Daniel MARTIN. 6. Il nonnetto irlandese fa la sua bella sgambata di giornata, ma alla fine arriva un po’ sghembo.
Vincenzo NIBALI. 6. Si butta nella mischia ed entra nel club esclusivo di giornata. Condizione chiaramente buona anche se non buonissima. Ad ogni variazione di ritmo il siciliano fatica, ma oggi – da Alaphilippe a Van Aert - sono in pochi a non faticare.
Jonas VINGEGAARD. 7. Il danese c’è e si fa vedere. Ci prova anche, ma il bimbo sloveno è lì e gli fa vedere come si fa.
Tadej POGACAR. 9. Il bimbo gioca, anche da solo (a 45 km dal traguardo non ha più nessun compagno). Lui non si scompone, controlla e stoppa, avanza e rallenta: non infierisce. C'è chi pensa ai Giochi, lui gioca. In attesa di pensare anche a quelli.
Rigoberto URAN. 7. Per dirla con Riccardo Magrini: “cane vecchio sa”. E lui ne sa da vendere. Si gestisce con lucidità sopraffina. Non butta via una sola pedalata.
Alexey LUTSENKO. 5,5. Il kazako soffre maledettamente le variazioni di ritmo: alla fine qualcosa paga.
Guillaume MARTIN. 5,5. Il filosofo della Cofidis perde il secondo posto e scivola all’indietro. Adesso si spera che decida cosa fare in questo Tour: o la classifica o una vittoria di tappa (visto che la maglia a pois ormai è andata…). Va bene prenderla con filosofia, ma a un certo punto qualcosa bisogna pur decidere.
Mattia CATTANEO. 5,5. Lotta come un leone, ma è sempre al limite, sempre in ricorsa, sia in salita che in discesa. Perde una posizione ed esce dalla “top ten”, ma è in corsa per rimediare.
Thomas DE GENDT. 8. In questo Tour da battaglia si era visto poco, ma oggi è il primo a suonare la carica e a mettere tutti alla frusta, e cercare sin dai primi chilometri spazio. Parte e va all’attacco a ripetizione. Ci prova una volta, due, tre, quattro è indomabile. Ha voglia e si vede. E già che ci siete, date un’occhiata ai nomi che hanno animato la fuga di oggi. Prendete nota e poi tirate le vostre conclusioni. Ci sono fughe e fughe, queste sono da Tour de France: Wout Van Aert, Sepp Kuss, Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), Jonathan Castroviejo, Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Dan Martin, Michael Woods (Israel Start-Up Nation), Vincenzo Nibali, Kenny Elissonde, Julien Bernard (Trek-Segafredo), Julian Alaphilippe, Davide Ballerini (Deceuninck-QuickStep), Alejandro Valverde (Movistar), Lukas Pöstlberger (Bora-hansgrohe), David Gaudu, Valentin Madouas, Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Ruben Fernandez (Cofidis), Neilson Powless, Ruben Guerreiro (EF Nippo), Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroen), Mark Donovan (Team DSM), Wout Poels, Dylan Teuns, Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), Michael Matthews (Team BikeExchange), Ion Izagirre (Astana-PremierTech), Sergio Henao (Qhubeka-NextHash), Pierre Latour (TotalEnergies), Franck Bonnamour (B&B Hotels p/b KTM).
Bruno ARMIRAIL. 8. Il 27enne transalpino di Tarbes, portacolori della Groupama-FDJ, oggi è infaticabile. Sempre in testa al gruppo di testa a fare l’andatura. Mulina pedalate come una massaia lavora la pasta. Costante, continuo e inesauribile in una giornata da cottura a fuoco lento: non era facile.
Nacer BOUHANNI. 4. Cadute, montagne volate, sin dai primi chilometri non tiene il passo. Resta da solo con alle sue spalle solo la “voiture balai”. Abbandonato da tutti, anche dalla sua Arkéa-Samsic, abbandona il Tour. Il 4 è per il team che non ha nemmeno la delicatezza di farlo seguire da un compagno di squadra e lo lascia al proprio destino: quelle délicatesse.