“Zona rossa in atto non si esce di casa, / ma tu mi hai invitato… m’inventerò una scusa. / Le regole van bene ma un limite c’è / e oltre quel limite, oltre ci sei te”.
La pandemia ci ha cambiato la vita. Il distanziamento. Meno incontri, meno contatti, meno approcci. Però, per nostra fortuna, c’è la bicicletta.
“Per venire al Pigneto mi serve una scusa, / non si cambia quartiere per fare la spesa. / E con la Graziella a pezzi e bucata / sto facendo sport, che bella trovata!”.
Anche a Roma la bicicletta ha aperto nuove strade, regalato nuove possibilità, offerto nuove opportunità. Perché in bicicletta si può: si può uscire, si può girare, si può fare.
“A ogni giro di ruota un nuovo ricordo, / sarà anche oggi un’occasione che perdo? / Con te che ogni volta faccio più fatica / a non dirti che ti voglio ma non come amica”.
Ah, l’amore. Un brivido, una scintilla, un fuoco. In bicicletta c’è anche il tempo per prepararsi, immaginare, sognare. E la Graziella dà ritmo, tiene compagnia, regala coraggio.
“Arrivo e citofono all’interno sbagliato, / ottimo inizio per un fiasco completo. / Infine ti trovo e sento ‘butta la pasta’, / la tua amica si chiede se un chilo basta”.
La Graziella. Piccola e pieghevole. Nacque nel 1964, a produrla la Carnielli, a Vittorio Veneto. A suo modo, fu rivoluzionaria. E oggi – quanti eredi! - è un bel pezzo di modernariato.
“Che bel pomeriggio, qualche raggio di sole, / per dirti che sei bella sbaglio sempre le parole. / Vedo la Graziella parcheggiata qui accanto / e proprio come lei ora mi sento: / colpito e affondato da ogni tuo sguardo, / da ogni tuo sorriso nel quale mi perdo”.
Luca Albanese è l’autore, il musicista e il cantante di “Graziella”, un brano che si può ascoltare gratuitamente su Spotify e YouTube: allegro, saltellante, primaverile. A me ricorda – purché nessuno si scandalizzi - Jack Johnson.
“Proverò a fare qualcosa, qualcosa di nuovo, / il rischio, sì, è alto ma almeno ci provo. / Rimasti in cucina soli io e te / mi mandi segnali chiari pure a me”.
BB, Brigitte Bardot, pedalava a Parigi – nel Bois de Boulogne? - su una Graziella. Dietro di lei, sorridente e seducente, perfino una Rolls Royce sembrava perdere importanza.
“Ti avvicini per mostrarmi qualche tuo disegno, / ho voglia di baciarti ma ho paura sia un sogno. / Mi faccio coraggio, ti bacio e mi baci / e quello che sento è quanto mi piaci”.
La Graziella ha fatto storia. Adesso anche musica. La Graziella ha scritto tante storie. Questa – ne abbiamo tutti un gran bisogno - rivela un lieto fine.
“Di ritorno a casa l’indomani mattina, / ripenso a quel bacio iniziato in cucina. / La gente mi fissa, mi accorgo che in viso / avevo dall’inizio un enorme sorriso”.
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