Mark CAVENDISH. 10 e lode. STRATOSFERICO. E tre! Che dire? Inchiniamoci al re ritrovato, che non è un re travicello, ma un re vero, autentico e affidabile. È il Cannoball che la butta ancora dentro, come un vero bomber, come un CR7 (è anche lui un ’85) in stato di grazia. Alle sue spalle una squadra monumentale, che nel finale fa quello che vuole, con automatismi eseguiti alla perfezione. Un Alaphilippe campione del mondo anche di generosità, un Asgreen monumentale, un Cattaneo prezioso, un Davide Ballerini da sogno, oltre ad un Morkov semplicemente spaziale. Un “dream team” stellare. Un “branco di lupi” famelici che non lasciano nulla al caso e il britannico che traduce il grande lavoro di squadra in vittorie. Come non faceva da tempo, come è tornato a fare con regolarità in questo Tour da favola.
Wout VAN AERT. 7. Ci prova il campione del Belgio, ci prova da solo, sfruttando la scia di tutti, compresa quella di Cavendish, ma alla fine riesce solo a rimanergli in scia.
Jasper PHILIPSEN. 7,5. Il 23enne belga della Alpecin-Fenix – vice Merlier, ma anche vice Van der Poel – non fa rimpiangere né l’uno né l’altro. È lì, in zona sparo. Ma davanti a lui c’è una palla di cannone.
Nacer BOUHANNI. 6. Il velocista del Team Arkéa-Samsic, quando al traguardo mancano ancora 140 km dalla conclusione, si ferma per cambiare bici a causa di un problema meccanico. Uno dei pochi sussulti di giornata. Alla fine si butta nella volata, ma fatica a venir fuori.
Michael MATTHEWS. 5. Perde le volate intermedie e anche quelle finali: regolare.
André GREIPEL. 6. Il 38enne velocista tedesco si butta nella mischia e si porta a casa comunque un 7° posto di giornata.
Peter SAGAN. 5,5. La sua squadra prova con un magistrale Daniel Oss (voto 8) a far saltare il banco, per scremare il gruppo, spezzarlo, polverizzarlo, ma le buone intenzioni alla fine restano tali. Il fuoriclasse slovacco alla fine la volata la fa, ma con le polveri bagnate.
Cees BOL. 5. La sua DSM si muove anche bene, lui rimane sui pedali.
Sonny COLBRELLI. S.V. Nello sprint intermedio il primo a passare al traguardo volante è il belga della Lotto-Soudal Tosh Van der Sande che anticipa il compagno di avventura Hugo Houle (Astana). Gli altri 15 punti finiscono al campione d’Italia, che passa per terzo, ma primo di tutti gli altri. Nel finale fora ed è costretto ad un cambio di mezzo velocissimo, e un ancor più veloce rientro che lo fa arrivare alla volata finale con la lingua fuori. Non giudicabile.
Tosh VAN DER SANDE. 7. Per la prima volta in questo Tour vanno piano. Non c’è fretta, dopo nove tappe all’insegna dell’elettricità. Pronti via e ci prova subito il belga della Lotto-Soudal, che viene inseguito e ripreso dal canadese dell’Astana Hugo Houle. Vanno via perché il gruppo ha poca voglia di inseguire. Media della prima ora di corsa 43.2 km/h. Loro si immolano alla causa di una tappa soporifera, che si anima solo nel finale, quando a fatica solleviamo la palpebra.
Richie PORTE. 5. L’australiano della Ineos riesce a cadere anche oggi, non certo per la smania di restare davanti, ma chiaramente per un colpo di sonno.