Taddeo POGACAR. 10 e lode. Ieri sorrideva, oggi se la ride. Chiama a raccolta a squadra, chiede a Davide Formolo (voto 8) di dare l’ultima menata, poi parte come un Marco Pantani e chiude ogni discorso. Scatta e si porta dietro Carapaz, per poco, per molto poco, giusto il tempo per capire che avrebbe dovuto fare tutto da solo e allora tutto da solo lo fa. Tour chiuso? C’è anche domani: per chiuderlo. Poi si salvi chi può. Hai voglia di inventarti strategie, di pensare di metterlo in crisi, anche perché è troppo forte in tutto: salita, crono e pianura. È un Merckx con la faccia da bimbo: non ha il volto cattivo, lui ti sbrana con il sorriso. Mi ricorda il Pantani di Oropa, visto che va a prendere quasi tutti, ad uno ad uno (se non ho contato male, direi 17). A questo punto deve solo stare attento alla Signora dai denti verdi, quella che hanno già incontrato sulla loro strada Roglic e Thomas. Cosa mi ha colpito? Che tra tanti anoressici, lui ha polpa, non sembra venuto dal Biafra. Consigli da dare? Nessuno. Proprio nessuno. Anzi, uno sì: dopo una giornata così difficile sotto la pioggia sarebbe bene che dopo il traguardo si coprisse immediatamente. Cosa che non ha fatto: forse sarebbe il caso.
Dylan TEUNS 10 e lode. Per il 29enne belga della Bahrain è la dodicesima vittoria in carriera, la seconda al Tour dopo il trionfo a la Planche des Belles Filles due anni fa. Per il team la 18esima vittoria in stagione. Dylan non stona in questa giornata che non passerà inosservata, che segnerà la storia di questo Tour e del ciclismo tutto. Lui corre con intelligenza, ragionando e amministrando le proprie forze: vince da campione. Con un mostro alle spalle. E non era scontato.
Ion IZAGIRRE. 8. Il 32enne spagnolo dell’Astana Premier-Tech tiene alto il nome della compagnia dei celestini. Secondo in una tappa che lascia il segno e anche lui, a suo modo, una firma ce la mette.
Michael WOODS. 8. Il 34enne canadese della Israel non si risparmia neanche un po’, forse questo è l’unico suo vero limite. Ma oggi, forse, non c’era proprio modo di correre al risparmio: qui non si può.
Wout POELS. 7,5. È forse tra gli uomini più attivi del giorno, sempre nel vivo della bagarre, e alla fine il 33enne olandese del team Bahrain si porta a casa un buon 5° posto oltre alla maglia a pois della montagna. Questa sera in casa Bahrain hanno di che festeggiare. Non tanto, però, domani si sale ancora...
Simon YATES. 5,5. È lì, ha l’occasione per fare qualcosa di buono, ma non vive una giornata brillantissima. Alla fine centra un piazzamento nella top ten (6°), ma da uno come lui ci si aspetta ben altro. Come si dice in questi casi: il Tour è ancora lungo.
Guillaume MARTIN. 6. Con lo “scienziato” (per dirla con Magrini: voto 8 a lui e al suo compagno di viaggio Luca Gregorio) c’è anche il “filosofo” che si porta a casa un buon 8° posto. Vi sento già: perché allo scienziato 5,5 e la sufficienza al filosofo? Perché Simon Yates è Simon Yates e Martin è Martin. Il britannico ha il motore per fare qualcosa di più.
Mattia CATTANEO. 6,5. Pronti via, e lui è al vento, rispondendo a tantissimi attacchi e contro attacchi. È un continuo rilanciare l’azione e lui è uno dei più continui e determinati. Poi, dopo un’ora e mezza, riesce a prendere il largo con Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), Micheal Woods (Israel Start-Up Nation), Kenny Elissonde (Trek-Segafredo), Alejandro Valverde (Movistar Team), Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Guillaume Martin (Cofidis), Aurelièn Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), Nairo Quintana (Arkèa Samsic), Soren Kragh Andersen e Tiesj Benoot (Team DSM), Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), Christopher Juul-Jensen e Simon Yates (Bike-Exchange), Ion Izaguirre (Astana Premier-Tech) e Sergio Henao (Qhubeka-Assos). Diciamo che si fa prendere anche la mano e tira come un ossesso, alla fine gli manca qualcosa.
Jonas VINGEGAARD. 6,5. Il 24enne danese della Jumbo Visma finisce la sua fatica nella top ten, questo ragazzo ha stoffa da vendere.
Alexey LUTSENKO. 6,5. Si difende, per difendere la propria posizione di classifica (3°). La giornata è complicata, ma lui non va in stato confusionale.
Richard CARAPAZ. 5. C’è poco da dire: fa quello che deve e può. Quando parte Pogacar lui è tempestivo nel rispondere, poi va fuori giri ed è costretto a stringere i denti per non andare alla deriva. Si salva.
Rigoberto URAN. 7. Lo si vede poco, ma c’è. È lì, 4° in classifica generale, e aspetta giorni migliori. Lui è sorretto da condizione e buonissima esperienza (ha 34 anni): quelle zone sono il suo territorio.
David GAUDU. 5,5. Arriva dietro, ma il suo obiettivo è chiaro: essere il primo dei francesi. Al momento lo è: 9° (12° Martin).
Rui COSTA. 7. Oggi la Uae Emirates fa quello che doveva fare ieri. Squadra pronta e sul pezzo, si prende sulle spalle il carico di una maglia che non hanno ancora, ma che poi è arrivata.
Wout VAN AERT. 7. Il campione del Belgio ci prova anche oggi a buttarsi nella mischia (e forse sbaglia). Alla fine resta nel gruppetto di testa e, quando si scatena la bagarre sotto i colpi di pedale di Formolo, fa bene a procedere del proprio passo (arriva 21° a 5’45” dal vincitore). È sempre 2° nella generale a 1’48”: per oggi, il massimo.
Bauke MOLLEMA. 5,5. Verrà fuori alla distanza, questo è chiaro, ma al momento va sempre fuori un po’ troppo presto.
Jakub FUGLSANG. 5. Il danese arriva ad un quarto d’ora.
Miguel Angel LOPEZ. 4. Cade anche oggi, da solo. Poi il pittore viene sverniciato.
Alejandro VALVERDE. 5,5. Alla fine entra nella fuga di giornata, poi paga il gelo e la pioggia: non è giornata.
Sonny COLBRELLI. 7. L’uomo della pioggia sente il sole nelle vene e scalda subito la corsa come sa fare il campione d’Italia. Sventola il tricolore anche in Francia, non solo a Monaco, non solo in Germania dove i ragazzi di Mancini ci hanno fatto sognare, ma c’è anche il grande cuore di questo corridore che va a caccia di punti per la maglia verde (suoi i 20 punti del traguardo volante di Frangy).
Mathieu VAN der POEL. 8. Arriva ad oltre 21’, con un gruppetto nel quale c’è anche il nostro Vincenzo Nibali che alla fine alza il piede dell’acceleratore ed esce di classifica. L’olandese ha però il grande merito di averci deliziato per una settimana intera. Grazie.
Primoz ROGLIC. 8. Arriva con Geraint Thomas ad oltre 31’: segnati nel morale, segnati soprattutto nel fisico. Peccato che due interpreti di questa caratura siano stati tagliati fuori dai giochi da cadute assassine. Peccato davvero.