Elisa Longo Borghini pedala verso il Giro d'Italia, che scatta venerdì 2 luglio, con l'ambizione di... fare come al solito, ovvero di far bene. «Mi approccio al Giro con grande serenità. Mi sento bene, sono tranquilla e felice di essere nuovamente in gara con la squadra. C’è una grande intesa e amalgama tra noi, sono felice di ritrovare delle compagne con le quali non corro da tempi, come Lizzie ed Ellen. Il mio rapporto con questa corsa posso dire che è “amore e odio”. Amore perchè è il GT del calendario femminile, la corsa più lunga, per di più nel mio paese. E’ una corsa dura e sempre molto ambita. Le emozioni che mi ha regalato il Giro in carriera sono state incredibili, qualcosa che rimarrà per sempre nella mia storia di atleta. Odio perchè finora, in tutte le mie esperienze al Giro, ho sempre sofferto una giornata storta durante i dieci giorni di gara. E purtroppo, quando arriva il classico giorno no, tendo a perdere troppo tempo in classifica generale. Insomma, non riesco ad avere mezze misure!».
Poi l'analisi del percorso 2021: «Il percorso di quest’anno è esigente fin dall’inizio, con una cronosquadre d’apertura molto tosta e l’arrivo a Prato Nevoso dopo il quale la GC inizierà a prendere forma. Le sorti della corsa saranno decise dalla cronoscalata di Formazza e dall’ascesa al Matajur il penultimo giorno. Come avversarie, credo che Anna Van der Breggen e la sua squadra SDX Worx meritino la menzione di favoriti numeri uno. Non sottovaluto neanche Mikayla Harvey con Canyon Sram e Cecilie Ludwig con FDJ. Ovviamente una corsa come il Giro può riservare qualche colpo di scena e non sarei sorpresa di vedere emergere anche una outsider».
Infine l'accento sulla sua condizione fisica: «La mia condizione di partenza è buona. Ho fatto un intenso lavoro tra maggio e giugno in altura, al Sestriere, e poi ho corso i campionati nazionali. Le vittorie a crono e in linea sono state una piacevole conferma. Sento però il bisogno di confrontarmi con le altre per capire se posso puntare alla GC o guardare ai successi in qualche tappa strategica. Non voglio caricarmi oltremodo di pressioni o ambizioni. Sono qui per far bene, ma voglio capire realmente il mio livello con le prime due tappe».
Giso sì, ma il pensiero è già volto a Tokyo 2020: «Il Giro rappresenta l’ultimo step della lunga preparazione verso Tokyo ma, sicuramente, non è solo un passaggio verso le Olimpiadi. E’ un appuntamento molto importante della mia stagione a prescindere. Sono qui per fare bene, il meglio che posso, e per lasciare un segno che possa darmi anche una spinta morale importante. E poi, corro in Italia indossando il Tricolore: onorare questa maglia è un obiettivo».
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