Tim MERLIER. 10. Agevolato da cadute a ripetizione, agevolato da una squadra super che ne piazza tre nei primi dieci, anche il 28enne belga ci mette del suo, eccome. Vince bene, vince tranquillo, in un arrivo da paura, con dossi e curve velenose, rigorosamente in discesa (mi ricorda il traguardo di Katowice al Giro di Polonia, dove Fabio Jakobsen ha rischiato la vita), alla faccia della tanto ricercata e decantata sicurezza. Era la prima volta che Pontivy accoglieva il Tour: se la ricorderanno in molti.
Jasper PHILIPSEN. 8. Il 23enne belga guida il compagno di squadra al successo senza agitarsi più di quel tanto. Il grosso lo fa Mathieu Van der POELidor e poi ci pensa Tim.
Nacer BOUHANNI. 7. In un traguardo dove ci si prende a pugni e a spallate, il 30enne transalpino porta a casa un piazzamento più che buono.
Davide BALLERINI. 7. Il canturino resta in piedi e resta lì, alle spalle dei primi tre.
Sonny COLBRELLI. 6,5. Il tricolore meriterebbe 8 per come scansa cadute e dossi, dissuasori e corridori che gli carambolano nei paraggi come borracce impazzite. Più che a pensare alla volata, il campione d’Italia deve pensare ad evitare ostacoli.
Julien ALAPHILIPPE. 7. Loulou resta in piedi e resta secondo a 8” dalla maglia gialla: è già questo è un successo.
Mathieu VAN DER POEL. 10. Nel finale fa quello che vuole, scendendo come un kamikaze e mettendo in crisi l’intero plotone che fatica a stargli a ruota. È semplicemente pazzesco nella guida della sua Canyon. È semplicemente pazzesco: punto.
Richard CARAPAZ. 8. Non so se è un merito o la buona sorte ci mette sempre lo zampino, ma l’ecuadoriano resta in piedi e rimane là davanti. Ora è 3° nella generale a soli 31” dalla maglia gialla.
Wout VAN AERT. 8. Il capitano rovina a terra, lui resta in avanscoperta e scansa ogni pericolo. Ora la Jumbo Visma ha anche lui, appena dietro a Carapaz a 31” da MVDP.
Tadej POGACAR. 6. Limita i danni, anche se qualcosa perde anche lui. Guardando il bicchiere mezzo pieno, il bimbo sloveno ha 56” di vantaggio su Roglic, anche se in giornate così non guasterebbe anticipare la neutralizzazione di qualche chilometro per evitare danni. Ma dilatare di qualche chilometro la neutralizzazione in arrivi come questi per gli uomini di classifica no?
Wilko KELDERMAN. 6,5. Perde qualche secondo in questo finale convulso ed esplosivo, arrivando a 14” da Carapaz, con Nibali, Fuglsang e Quintana.
Vincenzo NIBALI. 6. Lo Squalo prende il biglietto per Tokyo e alla fine risale un po’ anche la classifica: ora è 16° a 55”.
Caleb EWAN. 5. Tocca la ruota posteriore di Tim Merlier, un errore grave, su un traguardo piuttosto folle e veloce. Dispiace che si sia fatto parecchio male, perché tra i velocisti sembrava quello più in palla di tutti: ma è andato in palla.
Primoz ROGLIC. 5,5. A dieci chilometri dal traguardo finisce per le terre in questo Tour che è – come sempre – all’insegna delle cadute. Caduta banale, che però gli costa davvero cara.
Michael SCHAR. 7. Il 34enne svizzero dell’AG2R Citroën Team lotta per tutto il giorno e alla fine, ecco il numero rosso di più combattivo.
Ilde SCHELLING. 7. L’olandese della Bora Hansgrohe per il terzo giorno consecutivo è in fuga. Neppure 4 km di gara percorsi e lui va con Jelle Wallays (Cofidis), Michael Schär (AG2R Citroën Team), Cyril Barthe (B&B Hotel KTM) e Maxime Chevalier (B&B Hotels KTM). Tra i fuggitivi il meglio piazzato in classifica generale è il 25enne Cyril Barthe (B&B Hotels p/b KTM), che ha 8'44 da Van der Poel. L’olandese arricchisce il bottino per la maglia a pois e dopo averlo fatto, si lascia sfilare.
Gerraint THOMAS. 17. Non un inizio fortunato per il gallese della Ineos Grenadiers che perde il controllo della bici su un dissuasore di velocità. Coinvolti anche Robert Gesink (Jumbo Visma), Tony Martin (Team Jumbo-Visma) e il compagno di squadra Luke Rowe. La caduta ha provocato la lussazione della spalla destra che è stata ridotta sul posto consentendo in questo modo al corridore di ripartire. Brutta botta per un corridore che è venuto qui al Tour per piazzare una botta.
Robert GESINK. 17. Il 35enne olandese della Jumbo Visma è costretto ad abbandonare la corsa a causa delle conseguenze della caduta. Un uomo prezioso in meno al servizio di Primoz Roglic