I nonni della spettatrice (Opi e Omi sono i nomignoli affettuosi con cui si chiamano i nonni in Germania) saranno stati anche felici, molto meno Marc Soler. Che ieri si è rialzato e ha percorso 46 chilometri in bicicletta per arrivare al traguardo, tristemente tallonato dalla voiture balai (il camion scopa...) con entrambe le braccia fratturate. Soler ha riportato la frattura della testa del radio di entrambe le braccia e della testa dell’ulna del braccio sinistro.
Il corridore della Movistar, che già era stato costretto ad abbandonare il Giro d’Italia per un infortunio, ieri è stato uno di quei corridori finito rovinosamente a terra nella prima caduta di gruppo. Oltre 50 bici aggrovigliate a terra e corridori stesi ovunque. Soler è quello che ne è uscito peggio e con tre fratture il catalano è stato costretto a guidare la sua bici fino al traguardo di Landerneau. Non era così che Marc Soler aveva immaginato il suo Tour, voleva essere un protagonista e portare la maglia della Movistar nelle posizioni alte della classifica.
Nonostante il dolore terribile alle braccia, Soler ha stretto i denti, è arrivato ultimo sul traguardo con oltre 24 minuti di ritardo dal vincitore Alaphilippe. A seguire lo spagnolo non c’era nessuno, se non la macchina del fine gara, che ha scortato l’uomo della Movistar fino all’arrivo. Quando Soler è caduto e poi ha ripreso la gara, la sofferenza era ben evidente sul suo volto e più volte ha chiesto l’aiuto della macchina con il medico. Marc Soler in silenzio e con il volto trasfigurato, ha continuato la sua corsa, non è salito sull’ammiraglia come è successo al Giro d’Italia. Ha dovuto tagliare il traguardo, con un ritardo imponente, che lo aveva subito messo fuori classifica. Al termine della gara, la stessa Movistar aveva comunicato, che il loro corridore era stato trasferito immediatamente in ospedale per accertamenti.
Soler ha corso ieri per 45 km con tre fratture nelle braccia, ferite che gli provocavano un male atroce, perché le braccia sono fondamentali per un corridore in bici e che poggiano sul manubrio. Soler ha tentato l’impossibile, con i dolori indescrivibili delle braccia spezzate, sollecitate dalle vibrazioni della strada e dal peso del busto verso il manubrio. Lo spagnolo forse poteva salire in ammiraglia e terminare così il suo Tour. Quella scelta, che avrebbe evitato tante sofferenze al corridore, non è stata fatta, forse perché c’era stato quel precedente al Giro, o perché Soler questo Tour voleva finirlo a Parigi.
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