Richard Carapaz ha vinto il Tour de Suisse in un modo strepitoso, usando la freddezza e la lucidità che lo contraddistingue. Non ha mai perso la calma e il sangue freddo, nemmeno ieri quando Rigoberto Uran gli era arrivato a fargli sentire il fiato sul collo dopo una cronometro incredibile. Per l’Ecuador, dopo il Giro di due anni fa, è l’ennesimo successo storico, con il suo beniamino è entrato nell’albo d’oro anche della corsa a tappe elvetica.
«Sono felicissimo, è una vittoria pazzesca e l’ennesima chicca che va ad aggiungersi al mio palmares - spiega Carapaz -: sono arrivato qui in Svizzera con l’idea di testare la mia preparazione, negli scorsi mesi ho lavorato davvero tantissimo e questo è stato il banco di prova definitivo. Mi ritrovo a dividere il podio con due corridori incredibili, due veri campioni che durante la loro carriera hanno vinto tantissimo, tutto questo non fa che avvalorare quello che ho fatto. Se dovessi dedicarla a qualcuno sceglierei assolutamente la mia squadra, abbiamo dimostrato di essere un team affiatato che non ha paura di fare fatica».
L’incredibile prestazione a cronometro di ieri di Rigoberto Uran aveva rischiato di ribaltare tutto quanto, questa mattina soltanto 17” dividevano i primi due della generale ma Carapaz, nonostante il piccolo margine di vantaggio, ha saputo controllare alla perfezione la situazione.
«Se devo dire la verità, questa mattina alla partenza ero piuttosto tranquillo, sapevo che il mio vantaggio era minimo, ma avevo delle buone sensazioni - prosegue Carapaz -: Uran è un corridore fortissimo, conosco il suo modo di correre e nel finale ero sicuro che avrebbe provato ad attaccare. Così ho cercato di anticipare le sue mosse: la mia squadra è stata fondamentale, abbiamo cercato di controllare la corsa fin dall’inizio, abbiamo preso il Gottardo in testa per fare il ritmo che volevamo, appena “Rigo” si muoveva io mi francobollavo alla sua ruota, non volevo perdere nemmeno un metro, alla fine questa è stata la tattica giusta. Il mio ringraziamento più grande lo devo fare a Edward Dunbar, durante la tappa ci siamo parlati a lungo e lui è stato sempre al mio fianco facendo un lavoro incredibile, sono davvero contento che sia riuscito a vincere la maglia di miglior giovane».
Dopo questa vittoria alla corsa a tappe elvetica, Richard Carapaz si candida ad essere uno dei favoriti numero uno per il Tour de France. Il team Ineos Grenadiers che ha già vinto il Delfinato con Richie Porte, si presenterà al via della Grande Boucle con una squadra strepitosa. «Non mi nascondo, il Tour è il mio obiettivo numero uno per questa stagione. Ci sto pensando sin dallo scorso inverno, con la squadra abbiamo cercato di seguire non solo una preparazione adeguata ma anche un preciso cammino che mi potesse portare al via nella miglior condizione possibile, sicuramente che questo successo mi darà un’adrenalina incredibile. Non so se considerarmi uno dei favoriti, ma adesso penso ad una cosa soltanto: due anni fa Egan Bernal ha vito il Tour de Suisse e poi la Grande Boucle. Per il momento il mio è solo un sogno grande grande, ma io sto già iniziando ad incrociare le dita».
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