Filippo Ganna chiude il Giro come l'aveva iniziato, vincendo così la sua quinta cronometro consecutiva, ennesimo record di un campione che non sa ancora dove riuscirà ad arrivare: «Oggi è una giornata eccezionale anche se la sfortuna ha cercato di ostacolarmi. Da un paio di chilometri la bici non andava come volevo, non avevo preso nessuna nota per quella curva e probabilmente ho "pinzato" un tombino e così ho forato. Il cambio della bici è stato velocissimo, anche se all’inizio ho perso qualcosa per agganciare il pedalino. Poi ho temuto di perdere da Cavagna, nella foga ha sbagliato una curva, anche Affinie Sobrero sono stati bravi. Quando Matteo ha avuto quel problema non l’ho visto, ero al telefono con casa e me l'hanno raccontato loro. però è vero che a volte ci sono troppe macchine e troppe moto lungo il percorso, ma sarebbe meglio evitarlo soprattutto nella crono».
E ancora: «A Egan prima della crono ho detto di divertirsi e di non farsi male, perché altrimenti gliene avrei fatto io di più! La maglia rosa è bellissima, abbiamo fatto tanti sacrifici per Egan. All’Alpe di Mera gli ho detto che ero pronto a sacrificare la mia crono ma che dovevamo portare la maglia rosa a Milano e ce l'abbiamo fatta. Egan ha concluso qualcosa di stupendo: l'anno scorso non mi sentivo stanco, stavolta invece io e Salvatore di fatica ne abbiamo fatta tanta».
E adesso? «Un po' di recupero quindi altura e via con la preparazione per la pista con Marco Villa, faremo l’ultima prova in Sardegna con la nazionale e ci dedicheremo anche ad allenamenti specifici per preparare il nostro sogno olimpico. Penso e spero di arrivare a Tokyo con ottime sensazioni».
Infine le riflessioni sulla Ineos Grenadiers: «Questa è la squadra migliore per me e ho rinnovato per altri tre anni. Certo, il mio è un lavoro logorante senza dubbio ma quando arrivi al 21° giorno e il tuo capitano alza le mani al cielo, allora capisci che vale la pena sacrificarsi. Lo scorso anno i km fatto in resta al gruppo sono stati un quarto. Quest’anno siamo stati sempre davanti abbiamo portato Egan al trionfo e questo mi ha fatto capire che il Giro ogni anno è più bello. Egan? È piccolo ma ha degli attributi veri che mancano a tanta gente, ci ha dato morale e ci ha sempre dato grinta. Grazie a lui abbiamo dato anche l’ultima briciola di energia».
L'ultima riflessione miscela realtà e scaramanzia: «Due giri fatti due giri vinti, un primato non indifferente. Non vorrei che adesso mi chiedessero di fare anche il Tuur...».
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